Cantina: è bufera La nomina di Moras evita il commissario

CODOGNE I soci confermano la presidente della cantina, ma il consiglio d’amministrazione si spacca e alla fine sale in carica ad interim per tre mesi l’ex presidente, attuale assessore di...
BORIN CODOGNE' CANTINA SOCIALE fotocronaca - conegliano chiusura strada
BORIN CODOGNE' CANTINA SOCIALE fotocronaca - conegliano chiusura strada

CODOGNE

I soci confermano la presidente della cantina, ma il consiglio d’amministrazione si spacca e alla fine sale in carica ad interim per tre mesi l’ex presidente, attuale assessore di centrodestra, Giorgio Moras. Il vicepresidente in segno di protesta si dimette e non c’è più un direttore perché da gennaio è andato in pensione. Le faide interne stanno provocando una tempesta e prodonda incertezza sul futuro nella cantina sociale di Codognè. Alcuni soci si ribellano e denunciano la situazione di crisi: «Da quando la Lega ha voluto occupare le “careghe” nella cooperativa tutti i problemi sono andati ad aggravarsi». La cantina sociale di Codognè è una delle più prestigiose realtà del trevigiano e conta circa 600 soci distribuiti in una quindicina di comuni della zona (Codognè, Mareno, Godega, Vazzola, Fontanelle, Orsago, Sacile, Cordignano, Ormelle, Mansuè, Susegana, San Polo, Gaiarine, San Fior, Colle Umberto, Gorgo al Monticano, San Vendemiano). A dicembre c’è stato il rinnovo del consiglio di amministrazione e il presidente uscente Tania Tonon ha ottenuto 52 voti dai soci. Appariva scontata la sua riconferma, ma il cda si è spaccato: otto consiglieri le hanno dato il consenso mentre otto hanno votato scheda bianca o nulla. A quel punto il presidente uscente non se l’è sentita di continuare perché con quella divisione non era possibile portare avanti il programma. Il commissariamento è stato evitato poichè gli otto consiglieri dissidenti, che farebbero riferimento al centrodestra, hanno sempre sostenuto Giorgio Moras nominandolo al vertice della cantina già negli anni scorsi e ora assessore comunale esterno nella giunta Lega Nord-Pdl. «La situazione venutasi a creare aggrava ulteriormente una situazione già difficile per la mancata sostituzione del direttore Masutti andato in quiescenza – affermano alcuni soci -. E’ chiaro che questo stato di cose si traduce in grosse difficoltà per la cooperativa pregiudicando le strategie di vendita». (d.b.)

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