Canova, ecco le lottizzazioni a rischio

DOSSIER AEROPORTO Decine di interventi già autorizzati o in fase di pianificazione potrebbero non vedere la luce. I vincoli arrivano fino al centro. Fra questi anche la cittadella Taurus o il centro commerciale previsto all’ex Marazzato

Una decina di lottizzazioni da rivedere completamente. Almeno tre non potranno vedere un mattone. A rischio anche le stazioni di servizio lungo la tangenziale e sulla Noalese, verso Quinto: in tre delle quattro fasce di tutela attorno al Canova, infatti, vanno evitate attività «che possono creare rischi di incendio, esplosione e o danno ambientale». Andranno trasferite, come in passato per alcune pompe del centro storico? O hanno acquisito il diritto storico a rimanere lì?

Stop anche ai grandi progetti. Alla supercittadella del divertimento, come doveva essere il «Taurus». Ma anche al centro commerciale all’ex Marazzato. Possono vedere la luce, solo se spostati almeno in fascia D, in zone molto più distanti dalla pista del Canova

Le norme Enac hanno l’effetto di un ciclone, per il quadrante San Giuseppe, Sant’Angelo e Quinto. E lo fa capire il piano di rischio del Comune, o meglio la bozza, pure respinta dall’Enac perché troppo «soft». Sono le prime pagine del Piano di rischio a calare una mannaia pesantissima sulle mappe urbanistiche predisposte dalle passate amministrazione. E su tanti progetti.

Nelle fasce di protezione A, B e C, per ragioni di sicurezza, «vanno evitati nuovi insediamenti ad elevato affollamento». Testuale: «Centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc..» . Non solo: anche «scuole ospedali, e in generale obiettivi sensibili».

È il documento degli uffici, guidati dal dirigente Stefano Barbieri, a illuminare paradossalmente le discrepanze fra progetti e norme. E smentire, in alcuni casi brutalmente, le scelte delle giunte leghiste. Quanto c’è da rifare, ora, nella pianificazione territoriale attorno al Canova? La risposta potrà arrivare solo dall’Enac, ma già la bozza del Comune delinea una vera e propria rivoluzione urbanistica.

Basti pensare all’edilizia. Una decina di lottizzazioni approvate dalla giunta Gobbo e dalle precedenti giunte Gentilini, tutte con strumenti attuativi e approvati, ricadono nella zona A ( massima tutela) e nella B (tutela appena inferiore). Ci sono piani già convenzionati – passaggio fondamentale, perché si consolida il diritto all’opera – altri in costruzione, altri approvati ma senza progetti. Devono essere tutti rivisti, forse «sforbiciati», modificati, o ricalibrati.

Si allarga dunque il caso dell’aeroporto e dei vincoli sule aree circostanti. Come se non bastassero le decine e decine di concessioni rilasciate negli ultimi anni senza aver atteso il piano di rischio.

Zona A. È quella dove il carico antropico – a popolazione residente o che vi circola – viene limitata al massimo. Pertanto non ci possono essere nuove edificazioni residenzali. Ma ci sono tre piani di lottizzazione (S. Angelo 1-4, S. Angelo 1-3A, e il S. Angelo 1-1A) in fase di realizzazione. Altri tre piani – Sile 2 (comunque con bassi indici di edificabilità), S. Angelo 1-2 e S. Angelo 1.3B (porzione) andranno riviste: non possono esserci nuove costruzioni. E ancora: il piano Sile 1 (delibera 3 ottobre 2012) 3 e il S. Angelo 1-1B che attendono la convenzione.

Zona B. Ecco spuntare la cittadella Zemith, lungo la tangenziale: convenzionata nel 1997, ben prima delle nome Enac, è ancora in fase di realizzazione. E ancora, il macrolotto 7.5 del Peep, già realizzato per le opere di urbanizzaione, e in parte per l’edificato (approvazione nel biennio 89/90). E ancora, due lottizzazioni approvate, ma ancora da convenzionare: Quadrifoglio 1 e 2A (delibera 30/2009 del consiglio) e una parte del Sile 1. E altre due lottizzazioni con basso indice edificatorio ma ancora senza progetti: Quadrifoglio 2B, Sile 2 e Sile 3. Stessa situazione per la sottozona Ferretton, che ha però indice basso. A chiudere la lista ecco i distributori di benzina lungo la tangenziale.

Zona C. C’è un’area residenziale di completamento che il settore Urbanistica ritiene compatibile con le norme Enac, come un’altra area di modesta entità. Ma ecco spuntare, il potenziale centro commerciale all’ex Marazzato (approvato nel 2004) e il distributore di benzina lungo la Noalese; infine un’area produttiva commerciale ai confini tra Treviso e Quinto. Ci sarebbe anche un’area sportiva, vicino alla TrevisoServizi, ma non è stata realizzata. Il Comune è esplicito: nuove edificazioni comerciali e sportive e ricreative possono creare «criticità» rispetto alle zone Enac. Avvertimento a chi pensava alla supercittadella Taurus e a un centro commerciale all’ex concessionaria.

Il centro e l’area La Marca. Dulcis in fundo, la sorpresa. La zona C si allunga fino al centro storico, nel corridoio stazione-area La Marca. Qui la volumetria del piano di recupero è di 3.150 metri cubi, ma l’Enac vieta nuove edificazioni. Andranno rivisti anche i megaprogetti sull’area?

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