Caner e Possamai verso la giunta

TREVISO. Un assessorato di Marca o due, nella nuova giunta Zaia? La Lega di Treviso, dopo il trionfo di Zaia e la riconferma della roccaforte del governatore, spera di poter fare la voce grossa in giunta. E peraltro, la performance di Zaia non riporta il baricentro politico della Regione sulla Marca? C’è Caner in pole, e per un referato di peso. Da Venezia dicono potrebbe esserci per lui, in alternativa, anche un incarico in una controllata. C’è chi fa osservare come sia auspicabile una continuità all’assessorato all’agricoltura, dove Manzato ha lasciato. E dove fra i nuovi consiglieri ci sono due autorevoli candidati, come l’uscente Giampiero Possamai (favoritissimo) e Nazzareno Gerolimetto, big di Coldiretti.
Ma il Carroccio si attende anche riconoscimenti a molti veterani, amministratori che in questi anni hanno servito il partito. E la lista è lunga. Poi c’è il fronte trevigiano. La Provincia sta cadendo da sola, per l’ingresso in extremis di Muraro: si cercherà un candidato – un sindaco più che un uscente – per conservare il pennone verde sul Sant’Artemio tanto caro al governatore. Ma la «Zaialega» trionfante avrà d’ora in avanti effetti devastanti in enti locali e controllate.
Il primo della lista sembra essere l’ente Parco del Sile, dove il presidente leghista Nicola Torresan non è affatto gradito a Zaia, e dove le ultime vicende (non solo il caso Burci), hanno convinto anche i più restii del Carroccio a mettere in agenda la questione di un cda rimasto senza padri politici. E non solo: i numeri di Forza Italia (3,8 % in città, 4% in provincia) e degli altri alleati (FdI sotto il 2%, Indipendenza Noi Veneto sopra l’1%) fanno sì che per poltrone e cda, non ci sarà spazio per mediazioni. «Logica di coalizione, ma con i pesi ben chiari: del resto sono inequivocabili...», dice un big del Carroccio.
Sul fronte interno tiene banco la rivoluzione del voto: generazionale, di facce, uomini e donne. Si chiude un ciclo. E nel capoluogo il trionfo di Riccardo Barbisan, che pure lottava nella «tonnara» del capoluogo (7 candidati concorrenti in pochi chilometri), ha decretato la vittoria politica del gruppo degli ex bossiani di Da Re (Michielon, Schiavon, Canova) oggi arricchito con innesti di altri esponenti di spicco. E oltre a dominare in città, si è fortemente radicato nell’hinterland. Un’evoluzione che non resterà senza conseguenze.
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