Candelù si ferma per Michele le moto schierate sul sagrato

MASERADA

Silenzio, lacrime e sorrisi. Sì, anche sorrisi, perché così - come spiegato da don Saverio e dagli amici - «avrebbe voluto anche Michele».

La chiesa parrocchiale di Candelù ieri mattina è riuscita a contenere solo in parte la folla che si è radunata per dare l'ultimo saluto a Michele Ulliana, il 32enne mancato domenica scorsa per l'impatto tra la sua due ruote e un'auto in via Argine, a Cimadolmo. All'addio si sono ritrovati in mille: parenti, amici, ex compagni del "Plank", colleghi della Mion & Mosole, gente comune e tanti bikers come lui, molti dei quali hanno indossato le "classiche" magliette nere di chi guida una moto.

Ad accogliere il feretro sul sagrato della chiesa due ali di persone e una lunga schiera di moto con la foto del giovane mentre cavalca la propria MV Agusta. La bara, con un grande cuscino di rose rosse, è portata a spalla dagli amici. «Oggi si può anche sorridere con le lacrime, sono sorrisi veri e lacrime vere, di fronte a un morte così improvvisa, un taglio netto» il messaggio del parroco, don Saverio Fassina, durante l'omelia, che si è rivolto ai tanti giovani presenti e allo stesso Michele, «siete una grande famiglia di amici e Michele in questo momento vi sta facendo crescere ancora di più. Grazie Michele per questa crescita, per questa corsa verso la vita, tu ci stai già aspettando».

Durante la cerimonia, oltre alla lettura di un messaggio dei colleghi di lavoro, che hanno ricordato capacità e disponibilità del ragazzo, anche le preghiere per Desj Zanatta, l'amica che viaggiava con lui, ancora ricoverata al Ca' Foncello ma fuori pericolo e in costante miglioramento. All'uscita dalla chiesa, le note di "Nothing Else Matters" dei Metallica. —

Alessandro Bozzi Valenti

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