Caccia il prefetto, riceve la visita dei Nas

Ora 11.15: al ristorante “Grave di Papadopoli”, meglio conosciuto come “Da Maurizio”a Cimadolmo arrivano i Nas. Maurizio Bassetto fa spallucce e dice «me l’aspettavo».
Una sorta di “regolamento di conti”, fa intendere il ristoratore affatto sorpreso, dopo che il 26 maggio scorso aveva fatto gentilmente uscire dal locale il prefetto Maria Augusta Marrosu, il marito ma soprattutto la cagnolina Olga, nascosta nella borsetta. Nel locale non sono ammessi animali: irremovibile Bassetto non aveva fatto sconti, nemmeno al prefetto.

In suo soccorso sono sopraggiunti sul posto 5 venetisti del Life, poi i Carabinieri di San Polo. È stato redatto un verbale con le irregolarità rilevate. Le conseguenze? O una multa, l’ipotesi peggiore la chiusura. E’ accaduto ieri mattina: quando gli uomini dei Nuclei Antisofisticazione e Sanità (Nas) sono giunti in via Cav. di Vittorio Veneto Maurizio Bassetto non era presente.

Hanno dovuto attendere il suo arrivo prima di iniziare i controlli di rito. «Ho chiesto per quale partita Iva fossero venuti ad effettuare il controllo, e li ho spiazzati», spiega Bassetto. In suo “soccorso” sopraggiungono sul posto cinque amici nonchè venetisti del Life. I toni si scaldano soprattutto quando i cinque pretendono di seguire gli uomini dei Nas ad ogni passo nel corso dell’ispezione all’interno del ristorante e alla richiesta di identificazione presentano il loro passaporto veneto. «Eravamo lì solo per vigilare sulle ispezioni in corso» dice Daniele Quaglia del Life. Una situazione tesa al punto che i Nas richiedono l’intervento dei Carabinieri di San Polo di Piave che una volta arrivati placando gli animi e fanno in modo che l’ispezione possa volgere al termine.
«Loro hanno fatto il loro lavoro per carità. Guarda caso l’ultima ispezione risale a circa 9 anni fa. Qualche pensierino l’ho fatto naturalmente a quanto avvenuto con il prefetto. Ma io l’ho detto fin dall’inizio che m’avrebbero mandato il controllo. La cosa più di tanto dunque non mi stupisce. Mi preoccupa piuttosto che mi facciano chiudere l’attività». Quando il prefetto venne fatto accomodare all’esterno del locale nel maggio scorso qualcuno riferì che Marrosu avrebbe pronunciato frasi del tipo «bisogna farlo chiudere questo locale», da lei poi prontamente smentite. Dopo l’ispezione i Nas hanno redatto il loro verbale.
«Devo ancora leggerlo le carte le ho lì, ma mi hanno sequestrato 20 chili di carne e hanno segnalato il fatto che manca l’autorizzazione Usl. Ma non ce l’ho da due annii», continua Bassetto, «Non riesco ad ottenerla solo a causa di un inghippo burocratico legato al fatto che per loro il ristorante farebbe parte del settore turismo anziché del commercio». Ora si tratterà di capire quali le conseguenze di questo verbale. Potrebbero limitarsi ad una multa o nella peggiore delle ipotesi potrebbe essere disposta la chiusura del locale. Un incubo che si ripeterebbe per Bassetto. «Già capitò nel ’94, spesi cento milioni delle vecchie lire, fui costretto a ricorrere al Tar ma alla fine mi diedero ragione».
L’ennesima grana dopo lo scorso 26 maggio quando la storia del ristoratore che caccia il prefetto e il suo cagnolino dal ristorante era sulla bocca di tutti. Alcuni dalla parte di Bassetto. Altri, tra cui l’attivista del Pd, Andrea Zanoni proposero di boicottare il locale. Strascichi di quell’episodio si possono rintracciare ancora su Tripadvisor. Elena di Montegrotto Terme scrive, «Ho visto far alzare una signora a metà cena perché la cameriera ha visto che nella sua borsetta c’era un cagnolino. È una vergogna, non ho visto trattare così neanche i ladri». La donna con il cagnolino nella borsetta era il prefetto Marrosu. «Sapevo che questo controllo sarebbe arrivato», conclude Bassetto, «basta non mi facciano chiudere».
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