Ca’ Foncello potenzia Cardiochirurgia

Potenziare la Cardiochirurgia dell'ospedale di Treviso entro l'autunno, portando gli interventi da 650 a 800. Un'operazione necessaria per sgravare le liste d'attesa e per rispondere meglio alle urgenze che provengono dall'area vasta.
La Cardiochirurgia del Ca' Foncello serve infatti un bacino di utenti superiore al milione, distribuito nell'area vasta che comprende Treviso, Feltre e Belluno. L'aumento della “potenza di fuoco” di un reparto ad alta complessità, qual è la Cardiochirugia del capoluogo della Marca, impone che tutta la filiera del pre e del post operatorio venga adeguata.
Per implementare il servizio sono già al lavoro Elvio Polesel, primario della Cardiochirurgia, Antonio Farnia, primario dell'Anestesia e Rianimazione e la direzione medica ospedaliera.
«Procederemo per gradi, ci sono tre step da fare» anticipa Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl 9, «il primo è l'aumento del numero di infermieri, che verrà discusso a livello sindacale a fine settembre. Per avere un gruppo infermieristico ottimale dovremmo portare l'attuale organico da sette a nove professionisti, così da affiancare al meglio l'équipe medica e i tecnici che si occupano dell'ossigenazione extracorporea. Poi dovremo creare gli spazi per il dopo intervento e incrementare le sedute operatorie con anestesista».
Il disegno che sta prendendo forma guarda all'Usl provinciale. All'interno del reparto trevigiano si riorganizzeranno spazi e sale operatorie, chiedendo alla Cardiologia un supporto, con la messa a disposizione di qualche posto nei momenti di maggior affollamento.
Agli ospedali di rete formati da Castelfranco e Conegliano, con il coinvolgimento dell'Oras di Motta che è polo di eccellenza per la riabilitazione cardiovascolare, il Ca' Foncello coordinerà il trasferimento dei pazienti una volta superata la fase più critica della convalescenza. «Per i pazienti cardiologici che hanno superato bene i primi giorni dopo l'intervento verrà predisposto il trasferimento negli ospedali del territorio» conferma il numero uno della sanità trevigiana.
Ad esclusione del trapianto cardiaco, la Cardiochirurgia trevigiana diretta da Polesel è capace di svolgere tutte le operazioni più delicate nell'ambito delle malattie cardiovascolari. Vengono eseguiti ogni anno 350 interventi legati a patologie delle valvole, con tecniche mininvasive e di ricostruzione plastica. E dal 1985 ad oggi sono stati operati più di 2 mila pazienti con metodiche di riparazione valvolare. Notevoli passi in avanti sono stati fatti anche riguardo all'impianto di bypass aorto-coronarici e al trattamento degli aneurismi dell'aorta.
Valentina Calzavara
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