Buco di un milione: Crema nei guai

Nuovi guai giudiziari per il manager Michele Crema, il trevigiano di 55 anni, domiciliato a Cortina d’Ampezzo, noto in città anche per essere stato l’amministratore della Love Pull che gestiva un negozio di abbigliamento in centro storico. L’uomo, condannato a 1 anno e 4 mesi con l’accusa di bancarotta e di aver prelevato dalla società 77 mila euro da quell’azienda, ci sarebbe ricascato. Questo, perlomeno, ritiene la Procura di Ancona che ha chiesto il processo per il manager accusandolo di aver intascato illecitamente quasi 1 milione di euro ai danni delle società di cui era amministratore unico. Le srl in questione, Finmarche e Confi, appartenevano al Gruppo Moro di Villorba che fa capo al trevigiano Gianni Moro, ritenuto il re dei centri commerciali. L’imprenditore è stato indicato come parte offesa dal pm Andrea Laurino che ha parlato di un «danno patrimoniale rilevante» al suo gruppo. La richiesta di rinvio a giudizio scattata un mese fa, si riferisce al periodo in cui Michele Crema era amministratore unico delle due società con sede ad Ancona, tra il 2005 e il 2007. Stando alle contestazioni della Procura, il manager trevigiano avrebbe fatto ripetuti prelievi dal conto intestato alle due srl intascando di volta in volta 100 mila euro, 155 mila euro, 310 mila euro e 200 mila euro. In questo modo avrebbe svuotato i conti delle aziende. Ma non basta. Gli inquirenti marchigiani lo accusano anche della violazione del decreto legislativo 74/2000 con riferimento all’utilizzo di fatture false emesse da una cartiera di Vienna e riferite a operazioni inesistenti per un importo complessivo di 200 mila euro. In questo modo, contesta la Procura, Crema avrebbe ottenuto un doppio risultato: da un lato avrebbe fatto lievitare fittiziamente i costi della società, dall’altro avrebbe trattenuto quei 200 mila euro ufficialmente utilizzati per pagare le finte fatture. La Guardia di Finanza che ha condotto le indagini ritiene inoltre che ci siano state svariate violazioni nella tenuta dei libri contabili: sarebbe stata omessa la presentazione del bilancio di esercizio della Confi e non sarebbe stata registrata la cessione di quote a favore di un’altra società, la Finantia. Gli inquirenti hanno inoltre indagato la consulente fiscale della Confi che avrebbe consegnato a Crema la sua relazione nonostante l’uomo fosse stato allontanato dalla gestione della srl. Sulla richiesta di rinvio a giudizio dovrà ora pronunciarsi il gip di Ancona.
Per Crema si tratterebbe dunque del secondo procedimento giudiziario dopo quello che l’ha visto protagonista nel 2007 quando venne accusato di aver distratto dalla Love Pull 77 mila euro destinandoli a un’altra società senza giustificare in alcun modo il passaggio. A beneficiare della somma fu la Capotour di Capoverde che in quel periodo era impegnata nella costruzione di un villaggio turistico.
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