Branco di volpi fa strage in allevamento

Preganziol, assalto notturno al pollaio di Gino Mattiello. Padroni di casa sotto shock. I casi si ripetono e la gente ha paura
Di Rubina Bon

PREGANZIOL. Emergenza volpi nelle campagne di Preganziol: distrutto l'altra notte un intero pollaio, una ventina di pennuti tra polli e galline che la famiglia di Gino Mattiello allevava in giardino, a San Trovaso. Disperato il proprietario che all'alba ha trovato buona parte dei suoi volatili ammazzati, mentre gli altri sono fuggiti. Ma i casi di pollai decimati dalle volpi sono in aumento, specie nelle campagne tra San Trovaso e Sambughé, come confermano gli agenti faunistici in servizio nel territorio di Preganziol. «In questo periodo le femmine di volpe sono all'inizio della gravidanza e hanno bisogno di amminoacidi che sanno di poter trovare soprattutto nel cervello e nel sangue di galline e polli», spiega Gian Paolo Moino, agente faunistico. Il freddo di queste settimane, unito alla neve che ha imbiancato anche la campagna e che continua a coprire i terreni, sta complicando ulteriormente la ricerca di cibo per le volpi che, presenti in numeri elevati nel nostro territorio, si spingono all'assalto dei pollai, sfidando l'uomo. L'ultimo episodio in ordine di tempo nella zona di Preganziol risale alla notte tra lunedì e martedì. Secondo Gian Paolo Moino e Flavio Danesin, agenti faunistici intervenuti in casa di Gino Mattiello, in via Franchetti a San Trovaso, non una, ma più volpi hanno decimato il pollaio dell'anziano allevatore. Gli animali hanno agito nel cuore della notte, trovando un varco nella recinzione del pollaio. Hanno sorpreso galline e polli mentre stavano dormendo. Una ventina le bestiole rimaste a terra, molte con la testa mangiata proprio per la necessità delle volpi di assimilare parti ricche di amminoacidi. Altri polli e galline, invece, sono fuggiti, approfittando del varco sulla recinzione aperto dalle volpi. Una vera e propria mattanza che ha shoccato i proprietari. La moglie di Gino Mattiello ha pianto quando si è trovata dinnanzi la scena. Non è infatti la prima volta che le volpi fanno strage di pennuti in casa Mattiello. Già negli anni scorsi la coppia di anziani aveva ricevuto la visita dei predatori. Oltre al dispiacere per la morte degli animali, c'è infatti il danno provocato dall'uccisione dei pennuti che vengono allevati dalla famiglia per le uova e la carne. Disperato Gino Mattiello, che ha richiesto l'intervento degli agenti faunistici che operano in collaborazione con il Comune per le questioni di tipo ambientale sollevate dai cittadini. Nelle ore successive alla mattanza, a San Trovaso è intervenuta anche una guardia della Provincia. Coloro che subiscono danni provocati dalla fauna selvatica, ad esempio le volpi ma anche i cinghiali, le nutrie e i topi, possono presentare la segnalazione alla Provincia e la richiesta di risarcimento del danno. Le quote a disposizione degli allevatori trevigiani, tuttavia, sono molto minori rispetto ad alcuni anni fa. E quindi per chi subisce attacchi ai propri allevamenti dalle volpi non ci sono grandi possibilità di rientrare del danno economico subito. Senza contare, che ultimamente,. non mancano segnalazioni di danni provocati anche da cinghiali, nutrie e altri animali selvatici.

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