Braccio di ferro con il Fisco, fallita la Tonini

San Biagio. La distilleria era stata condannata per evasione: nelle bottiglie meno alcol del dovuto

SAN BIAGIO. Dopo un lungo braccio di ferro con il Fisco è fallita la Distillerie Tonini Srl, società di San Biagio di Callalta balzata agli onori delle cronache qualche anno fa a causa dell’inchiesta per evasione conclusa con una condanna. La distilleria, che ha sede in via Giovanni Pascoli, era stata accusata di non aver versato circa 45 mila euro di accise sugli alcolici.

Il caso era esploso nel 2015, dopo un controllo di rito effettuato dall’Agenzia delle Dogane. I rilevamenti avevano riscontrato delle incongruenze tra il materiale effettivamente contenuto all’interno dell’azienda, i registri e i versamenti effettuati all’erario. In particolare, gli ispettori avevano riscontrato, all’interno delle bottiglie custodite nel deposito, una quantità di alcol inferiore a quanto dichiarato, in modo da non versare quanto dovuto al Fisco. La Procura di Treviso, cui venne inoltrata la segnalazione, stimò in circa 45 mila euro il valore delle accise non versate. E a nulla valse la linea difensiva dell’azienda, che spiegò come gli ispettori delle Dogane avessero utilizzato una strumentazione obsoleta, che avrebbe causato anche una dispersione di alcol. Il Tribunale di Treviso, infatti, nel novembre 2017 condannò l’azienda di San Biagio al pagamento di 63 mila euro, e il titolare Vittorio Tonini a sei mesi. Pochi mesi dopo sarebbe arrivata anche l’istanza di fallimento, presentata il 29 marzo di quest’anno. Il Tribunale ha quindi emesso sentenza di fallimento lo scorso 20 giugno.

Non si trattava nemmeno del primo contenzioso tra la distilleria di San Biagio e il Fisco: nel 2016 la Corte di Cassazione aveva respinto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro la sentenza della Commissione Tributaria Regionale del Veneto. Anche in questo caso la vicenda era nata da un avviso di accertamento emesso nei confronti della Tonini con cui il Fisco contestava «l’imposta non pagata corrispondente ai maggiori ricavi ritenuti non dichiarati derivanti da una produzione di litri anidri superiore a quella dichiarata».

Le vertenze con l’Agenzia delle Entrate hanno contribuito a scrivere le ultime pagine della storia della Tonini: i curatori fallimentari hanno fissato nel 15 settembre 2018 il termine per il deposito dell’ammissione allo stato passivo, che sarà esaminato il 16 ottobre alle 9 dal giudice delegato.

(a.d.p.)

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