Bottoli “si sposa” con la Dersut Tessuti tinti coi fondi del caffè

L’INIZIATIVA
Un tessuto realizzato con i fondi del caffè. Non finisce di stupire lo storico lanificio Bottoli, da anni antesignano in tema ecologico, con la linea di tessuti naturali, senza tinture chimiche. Da queste premesse è nata una collaborazione tra il lanificio, che dal 1851 produce tessuti dì alta gamma, e la Dersut di Conegliano, fondata nel 1949 dalla famiglia Caballini di Sassoferrato e oggi presente anche sui mercati di Emirati Arabi, Messico e Repubblica Dominicana. Da questo sodalizio, per la prossima primavera-estate, saranno proposti tessuti realizzati con l’intreccio di pregiati fili di seta, tinti con i fondi del caffè. Un innovativo procedimento che permette il riutilizzo del sottoprodotto che bar e ristoranti devono smaltire. La collaborazione prevede che l’azienda Dersut curi la raccolta e il riciclo dei fondi del caffè presso una selezione dei suoi 4.000 clienti in Italia e all’estero, comprese un centinaio di caffetterie monomarca. Per un ulteriore recupero dei fondi del caffè è allo studio il loro utilizzo quale fertilizzante in viticultura, nonché come elemento base di innovative spugne e filtri per la depurazione delle acque reflue. Nelle ultime stagioni il lanificio di Vittorio Veneto è finito alla ribalta anche per le prestigiose collaborazioni. A partire dalla Maison milanese Etro, con iconiche coperte in lana italiana, per passare a Ballatyne che ha scelto i tessuti tartan vittoriese per il suo centenario. Bottoli collabora inoltre con l’astro della moda nipponica Junya Watanabe in co-branding con Levi’s. Il Lanificio Bottoli non è nuovo ad ardite sperimentazione nel campo del tessile. Lana e rame erano stati intessuti per la coperta creata per rispondere a una crescente sensibilità verso le infezioni. Nel 2009, alla luce dell’aumento esponenziale dei telefonini e dei computer, Bottoli realizzò un tessuto antiradiazioni elettromagnetiche.
Un prodotto che schermava il corpo sia dalle radiofrequenze emesse da cellulari, antenne e televisori, sia da campi magnetici, generati da apparecchiature elettriche. Quello speciale tessuto gessato fu chiamato “James” in onore del celebre 007. Altra importante sfida del Lanificio Bottoli è stato il progetto “Lanaitaliana”, un prodotto italiano al cento per cento, grazie al recupero delle migliori razze autoctone, in particolari pecore delle greggi della zona di Col Fiorito, a cavallo tra Marche e Umbria. Da una parte questo progetto ha valorizzato le razze Gentile di Puglia e Sopravissana, anche grazie alla collaborazione con la facoltà di Genetica e Veterinaria dell’Università di Camerino. Dall’altra Bottoli ha ottenuto una materia prima di alta qualità. —
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