Borgo Padova, l’ex Piccola Russia ora chiede lavoro e strade sicure

CASTELFRANCO. La storia di borgo Padova è strettamente legata all’epopea dei suoi storici stabilimenti produttivi: su tutti Fervet e Berco. La fabbrica della Fervet, completata nel 1908 (andrà all'asta a giugno per 5 milioni di euro) ha rappresentato la storia della città. Per quasi un secolo ha realizzato migliaia di carrozze ferroviarie, nei periodi di massimo sviluppo occupava trecento dipendenti. E poi la Berco, che fa parte del gruppo tedesco Thyssenkrupp: un tempo contava 900 dipendenti, ora ne conta meno della metà. Nel quartiere alle porte della città vivevano gran parte delle famiglie degli operai di questi e di altri stabilimenti produttivi, tanto che la zona era ribattezzata «Piccola Russia». Il quadro oggi è notevolmente cambiato. Gli stabilimenti produttivi sono stati ridimensionati, il quartiere ha assunto una connotazione molto diversa, si è dotato di servizi e strutture. La viabilità è cambiata notevolmente, grazie alla realizzazione della bretella tra via De Amicis e via Forche, con sottopasso ferroviario. La strada ha liberato dal traffico gran parte del quartiere. Tuttavia rimangono ancora notevoli problemi in via Malvolta. Stretto collegamento compreso tra l'uscita del sottopasso e appunto borgo Padova. «Il sottopasso di via Forche avrebbe dovuto avvicinarci al centro ed invece ci ha isolato ancor di più - spiega Luciano Bonin, che vive lungo via Malvolta - l'errore di fondo è stato realizzare la pista ciclo pedonale ad est del sottopasso, dove non c'è nulla, e non ad ovest, dove appunto c'è il quartiere. Per cui per utilizzarla si deve affrontare l'attraversamento della rotatoria, in un punto molto trafficato. Il percorso è tra l'altro studiato male, tanto che 2 anni fa sono stato investito sulla pista da un ciclista. Il problema è che la pista è stata studiata per favorire il passaggio di chi arriva da Campigo o da fuori, pochissimi ciclisti a confronto dei residenti di borgo Padova. Lo dimostra il fatto che chi abita qui preferisce utilizzare il sottopasso ciclopedonale alla stazione ferroviaria per andare in centro, evitando quello di via Forche. Siamo stati penalizzati da quest'opera, fatta senza consultare i residenti». Il problema riguarda anche l'intenso traffico che quotidianamente coinvolge la stretta via Malvolta, a spese di chi vive affacciato lungo questa strada. «Qui passano auto, furgoni, e ad alta velocità - spiega Renato Pozzolo, residente nel quartiere - i dissuasori servono a poco. Alcuni sono stati anche tolti. La via è troppo stretta, un marciapiede non si può fare. E quindi siamo costretti a subire questa situazione. Ci sono notevoli pericoli per la sicurezza». La bretella tra via De Amicis e via Forche tra l'altro è divenuta una via d'accesso preferenziale alla città. Il traffico è sostenuto soprattutto nelle ore di punta. Qualche anno fa si era parlato della realizzazione di una vera tangenziale di collegamento tra la rotatoria di Nani Ferro e la zona di via Lovara e via Sile. In sostanza la realizzazione di una tangenziale speculare rispetto alla tangenziale ovest. Ma del progetto non si è fatto nulla a causa dei costi imponenti. Tutto il traffico continua dunque a riversarsi su borgo Padova. Le altre criticità di quest'area derivano dal problema della falda. Gli allagamenti del 2010 dovuti all'eccessivo innalzamento della falda hanno provocato decine di migliaia di euro di danni. Ma di misure preventive rispetto a questo problema non si è mai parlato.
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