Bonus Covid, 417 beneficiari trevigiani illegittimi. L’Inps si farà restituire 263 mila euro

TREVISO. Sono 417 cittadini trevigiani: hanno chiesto e ottenuto nel corso del 2020 il fatidico bonus dei 600 euro, così come le indennità “una tantum” di 500 euro e di 1000 euro varate dal governo come prima forma di aiuto economico e reddituale ai lavoratori autonomi e ai professionisti nella fase più dura dell’emergenza sanitaria.
Ma non ne avevano i requisiti e dovranno restituire le somme percepite all’Inps. L’istituto della previdenziale sociale di Treviso, diretto da Marco De Sabbata (che guida anche l’Inps di Belluno e provincia) conta di recuperare alle casse pubbliche non meno di 263 mila euro, e solo dalla nostra provincia.
Le domande verificate sono state 8.500, campione significativo degli oltre 59 mila beneficiari nella varie categorie (5.687 professionisti e collaboratori, 48.1294 autonomi, 12.638 stagionali, 1.518 agricoli, 622 lavoratori dello spettacolo, 815 intermittenti e 194 autonomi occasionali e venditori a domicilio).
In percentuale una domanda su 7 è stata sottoposta a puntuale verifica per accertare la correttezza delle dichiarazioni e il rispetto delle norme. E di queste solo uno su 20 non era legittima: il 5 per cento.
Se si guarda comunque al totale, meno dell’uno per cento delle domande è risultata “bugiarda” o fuorilegge. A conferma, come dicono all’Inps trevigiano, che la Marca è territorio virtuoso su scala nazionale, rispetto all’accesso ai fondi pubblici e alla istanza di fruizione delle forme di sostegno pubbliche previste di fronte alle emergenze, in questo caso quella sanitaria provocata dal Covid 19.
L’ente procederà al recupero delle indennità indebitamente percepite nella Marca, intimando agli illegittimi fruitori la restituzione degli importi ottenuti nei mesi scorsi.
Tutto era partito ancora mesi fa dalla scrematura delle domande presentate, successivamente all’erogazione delle indennità, accelerate per rispondere in prima battuta all’emergenza.
Il filtro degli uffici, cui l’Inps ha affidato in seconda battuta la verifica sulla congruità delle istanze presentate, aveva individuato appunto 8.500 domande (il 14,4 per cento del totale) sottoposte successivamente ai “raggi x” in tutte le loro voci e caselle. L’istituto previdenziale ha sempre ribadito come agli uffici non spetti alcuna prerogativa che non sia quella del controllo del rispetto delle norme, della titolarità dei soggetti giuridici che chiedono le somme, della congruità dei dati dichiarati. Per assicurare una corretta e regolare distribuzione di denaro pubblico solo ai soggetti che effettivamente ne hanno diritto.
Nel frattempo, fra dicembre 2020 e gennaio 2021, c’è stata una ulteriore crescita della platea dei beneficiari delle indennità un tantum, passati da 59.188 a 59.497 nella nostra provincia: il saldo bimestrale è di +311 nuovi utenti. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso