Bocciata la mozione anti-Brait l’assessore rimane al suo posto

Il sindaco e la maggioranza di centrodestra hanno accolto la tesi dell’hacker. L’opposizione però incalza: «Allora perché  non è stata fatta denuncia?»

VAZZOLA

L'assessore Alessandro Brait rimane al suo posto. Il sindaco Giovanni Zanon e la maggioranza di Lega e Forza Italia hanno ribadito la fiducia nei suoi confronti. Mercoledì sera è stata respinta la mozione che aveva presentato il gruppo di minoranza Insieme, in seguito alle bufera su una frase sui social. “Beate le camere a gas per certi eletti e loro elettori” era stato il commento scritto in un post, poi cancellato, proveniente dal profilo dell'assessore leghista di Vazzola. Il commento era in riferimento alla rinnovata nomina come ministro dell'Interno di Luciana Lamorgese, in una pagina seguita da oltre 230 mila persone su Facebook.

IL VOTO IN CONSIGLIO

A favore della mozione anti-odio hanno votato solo i quattro consiglieri di minoranza Pierina Cescon, Marika Visentin, Giuseppe Freschi e Paola Tonon. «Pur nella condanna delle espressioni, sindaco e consiglieri di maggioranza hanno espresso apprezzamento per l'attività svolta dall'assessore Brait», ha preso atto il gruppo di minoranza Insieme, che chiedeva inoltre un progetto per combattere l'intolleranza. «Non siamo soddisfatti – afferma il capogruppo Cescon - ci aspettiamo che ci siano delle iniziative dell'amministrazione per sensibilizzare contro chi semina odio e intolleranza, per ricordare gli oltre quaranta vazzolesi che erano stati internati nei campi di concentramento, in commemorazione della Shoah e dei caduti nelle foibe».

LE SCUSE DI BRAIT

L'assessore Alessandro Brait non vuole ritornare sulla vicenda. «Mi scuso con tutti», ha detto in consiglio comunale, ribadendo di essere stato vittima di un hacker che ha violato il suo profilo Facebook. Come da prassi ha lasciato l'aula non partecipando al voto, rimane in carica in giunta grazie al voto di Lega e Forza Italia. «Fiducia all'assessore», è stato il pensiero espresso in assemblea dal sindaco Giovanni Zanon, anche a nome della maggioranza.

LA TESI DELL’HACKER

Il primo cittadino si è dissociato dal post sui social, ritenendo sia stato scritto da una mano ignota, come sostenuto dall'assessore. La minoranza ha quindi di nuovo sollecitato l'amministrazione comunale a presentare una segnalazione alle forze dell'ordine per individuare il pirata informatico autore del post offensivo. «Se ci fosse stato un hackeraggio deve essere presentata una denuncia, che però non è stata fatta – spiega il capogruppo Pierina Cescon - il post era di stampo fascista, non abbiamo capito le scuse se non è stato lui l'autore. Attendiamo che sia il sindaco a presentare una denuncia». La vicenda quindi sul piano politico è chiusa, forse non però sul piano giudiziario. —



Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso