Bloccò il bus a Conegliano: farà 40 ore in casa di riposo

Conegliano, multa commutata in lavori di pubblica utilità per un ventenne che impedì alla corriera della Mom di partire

CONEGLIANO. Era il 24 luglio del 2015. A Pieve di Soligo faceva molto caldo e, probabilmente, le alte temperature avevano dato alla testa ad un giovane di 20 anni di origine marocchina e residente a Conegliano che se l’era presa con l’autobus numero 134 della linea Mom Pieve di Soligo - Refrontolo - Conegliano. Aveva deciso che quell’autobus non doveva proprio partire. Prima aveva iniziato a passeggiare davanti al mezzo pubblico e poi s’era addirittura disteso davanti alla corriera.

Nonostante gli inviti dell’autista e dei passeggeri di spostarsi e di lasciare che il mezzo iniziasse la sua corsa, il giovane rimase disteso sull’asfalto per almeno una ventina di minuti finché non arrivarono i carabinieri. Per quella bravata, il giovane, ora 22enne (assistito dall’avvocato Graziana Cenna), dovrà prestare servizio per 40 ore presso la casa di riposo Fenzi di Conegliano.

Lo hanno stabilito il giudice Bruno Casciarri al termine di un’udienza di opposizione ad un decreto penale di condanna di 3.750 euro per interruzione di pubblico servizio. Il giovane ha anche risarcito la Mom con la cifra simbolica di 150 euro. Si tratta di un percorso di recupero stabilito di concerto tra il legale del giovane marocchino e la procura. Lavori di pubblica utilità al posto del pagamento di una salata multa.

Il fatto risale al pomeriggio di un giorno di luglio di tre anni fa. Erano da poco passate le ore 13.30 e dal piazzale del centro di Pieve di Soligo doveva partire l’autobus della Mom della linea diretta prima a Refrontolo e poi a Conegliano. Pare che in quel momento il giovane fosse alterato e avesse così deciso di fare un’azione eclatante, bloccando il mezzo che si stava mettendo in marcia. Prima iniziò a passeggiare davanti al mezzo lentamente e poi si sistese, nonostante gli inviti del conducente del mezzo a farsi da parte. La messinscena andò avanti per circa venti minuti.

Solo l’arrivo di una pattuglia dei carabinieri, indusse il giovane a rialzarsi e a farsi da parte. Ciò non gli evitò comunque una denuncia per il reato di interruzione di pubblico servizio. Il caso è approdato, ieri mattina, davanti al giudice Casciarri che ha ratificato la commutazione del decreto penale di condanna in quaranta ore di lavori di pubblica utilità, quaranta ore che dovranno essere spese lavorando nella casa di riposo di Conegliano.
 

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