Benetton, a Treviso nuovo corso senza esuberi
Treviso. Ieri l’incontro fra azienda e forze sociali dopo il rientro di Luciano: non si è parlato di tagli. Oggi assemblea con i dipendenti Benetton

Con due fotografie che affrontano il tema dell'integrazione prende il via la nuova collaborazione tra Benetton e Oliviero Toscani. La campagna Benetton di Toscani - sulla stampa nazionale ed estera il primo dicembre e il 7 dicembre - rinnova un tema caro alla storia del marchio, dotandolo di nuovi significati e mostrandone l'urgenza. ANSA/UFFICIO STAMPA BENETTON ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++
PONZANO. In Benetton non ci sono tagli in vista. Il verbo «alleggerire», usato da Luciano Benetton al momento del clamoroso ritorno in scena alla guida dell’azienda di Ponzano, sembra quindi destinato soltanto ai manager (in otto se ne sono già andati da settembre a oggi), non ai circa 1.400 operai, impiegati e tecnici rimasti. È quanto emerge dalla riunione di ieri mattina che ha visto di fronte, per la prima volta dopo il ritorno di Luciano Benetton, i tre rappresentanti sindacali delle categorie tessili di Cgil, Cisl e Uil, il responsabile delle relazioni industriali di Benetton Paolo Vasquez, il responsabile del personale Nicola Pel. Oggi i sindacati incontreranno i lavoratori di Ponzano e Castrette. Sul tavolo non soltanto il piano di ristrutturazione (congelato, a questo punto) ma anche le prospettive aziendali in termini di investimenti, posizionamento sul mercato, piano industriale.
I protagonisti dell’incontro di ieri parleranno soltanto dopo essersi confrontati con i lavoratori. Appuntamento per stamattina a Ponzano. Da Nicola Brancher (Femca Cisl) e Cristina Furlan (Filctem Cgil) lo stesso «No comment, parliamo dopo l’assemblea». Ma qualcosa dalle stanze del gruppo di Ponzano trapela comunque, anche se in via ufficiosa. «Nessun colpo di scena, si è parlato soltanto di come rilanciare l’azienda e non si sono prospettati tagli» assicura una fonte, e in realtà il colpo di scena c’è, perché quando Luciano Benetton aveva affermato «qualcuno lo abbiamo mandato via, qualcun altro ha capito e se n’è andato, altri capiranno» il timore che non si riferisse soltanto ai manager era diffuso. Il fatto che ieri non si sia parlato di licenziamenti segna, di fatto, l’inizio di una luna di miele tra i sindacati e Benetton. Non una sorpresa, visto che sia Cisl che Cgil avevano già speso parole favorevoli al ritorno al timone di Luciano.
«I lavoratori sono spaventati ma, al tempo stesso, anche contenti, perché il ritorno di Benetton se lo aspettavano. Il lavoro era appesantito da una burocrazia sovietica, con una catena di decisioni lunghissime, qualcuno si imboscava davvero» aveva affermato qualche settimana fa Cristina Furlan, spiegando come la “pulizia” dei manager fosse un atto necessario dal quale, però, non dovevano derivare ricadute occupazionali. Più duro era stato Brancher, che aveva evidenziato come Luciano si vedesse in azienda dieci ore al giorno anche prima di tornare al vertice - difficile, quindi, pensare che non sapesse come funzionava la “macchina” -, salutandone però con favore il ritorno sulla scena: «Personalità del genere meritano un’apertura di credito perché negli anni hanno dimostrato di aver creato qualcosa di straordinario». Ieri l’azienda ha spiegato di voler imprimere una svolta alla gestione del gruppo. Anche questo è un tema sentito dalle forze sociali, che dalla scorsa primavera continuano a chiedere quale sia il piano in termini di investimenti. All’epoca, la discussione era scaturita dopo l’uscita dal cda di Marco Airoldi, ex amministratore delegato. Uno scossone che, nonostante i timori, non ha avuto ripercussioni sul piano dell’occupazione: la riorganizzazione si è conclusa con le procedure di mobilità che nel 2016 hanno riguardato un centinaio di persone. Proprio al momento dell’addio di Airoldi le forze sociali avevano chiesto alla proprietà di tornare a investire in modo massiccio sull’azienda.
Da quel giorno fino ad oggi soltanto le figure apicali della società hanno salutato il gruppo. A luglio era toccato a Gianluca Pastore, quindi altre otto partenze: Michel Lhoste il 20 settembre (funzione: Region extra Europe), il 12 ottobre Christian Prazzoli (Ucb Franchising) e Marco Messini (Ucb Distribution & Sales), il 14 novembre Teri Naccarato (Merchandise Officer), il 17 novembre Piero Maldini (Retail Ucb) e Giorgia Biancato (Merchandise), il 20 novembre Federica Cavasino (responsabile fornitori commercializzato) e Simona Toscano (responsabile Visual).
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