Bcc Monsile, soci in rivolta contro la fusione con Pordenone

Monastier, cda spaccato in due. I membri storici diffondono la bozza dell’accordo con Pordenone: «Sede trasferita fuori regione»

MONASTIER. Alcuni soci della Bcc di Monastier e del Sile non digeriscono il progetto di fusione con la Bcc Pordenonese e annunciano battaglia in assemblea. «L’aggregazione è del tutto inutile, non fa gli interessi della banca e del territorio» hanno scritto i soci storici in un documento inviato in via riservata alla tribuna, con allegata la bozza dell’accordo che la Bcc trevigiana sta studiando per unirsi a Pordenone.

Da parte dell’istituto nessuna conferma, se non quella della veridicità dell’accordo allegato, che prevede il via libera alla fusione entro la fine dell’anno.

La protesta

«Ci viene confermato dall’interno della banca della volontà di fondere la banca con la Bcc Pordenonese, anzi, il cda avrebbe già deliberato la fusione per incorporazione e qui sta il primo problema» recita il documento scritto dai “soci storici” di Monsile, «al cda non è stata presentata nessun’altra alternativa da parte del vertice dell’istituto, alternativa che in realtà era ben presente e rappresentata dalle due Bcc più contigue per territorio». Il riferimento è ai progetti, mai decollati, di fusione con altre banche della provincia di Treviso (si era vociferato di possibili accordi con Centromarca Banca, Credito Trevigiano e Banca della Marca).

Progetti che avrebbero permesso di mantenere la sede sul territorio. La bozza di accordo - da Monastier però fanno notare che, appunto, si tratta soltanto di una bozza - prevede di trasferire la sede ad Azzano Decimo. «La pordenonese ha il doppio dei soci di Monsile - continua la lettera - e l’egemonia futura sarà totale. I patti previsti nel breve termine per garantire i posti in cda siamo sicuri che salteranno quanto prima, e le aziende del territorio emigreranno, speriamo, verso altre Bcc trevigiane».

Il caso miotto

«L’attuale direttore di Monsile - continuano i soci, riferendosi ad Arturo Miotto - sta consegnando la nostra banca alla Pordenonese perché lui da agosto 2019 ha assunto la direzione del Medio Credito Friulano (...). I giovani non sono in grado di contrapporsi e in tal senso stanno chiedendo l’aiuto della base dei soci. I soci storici, espressione degli originari territori di Casier e Monastier, si stanno organizzando convinti di dare battaglia nella futura assemblea per chiedere che se vi dovrà essere una fusione questa sia unicamente con banche trevigiane».

Il piano

Il business plan della Monsile, che è ancora al vaglio dei dirigenti, prevede che la Bcc Pordenonese sia banca incorporante. «Basta leggere il business plan per capire che la fusione non porterà alcun valore» concludono i soci storici di Monsile, «inesistente il taglio dei costi, impossibili da raggiungere i ricavi indicati (soprattutto i dipendenti sono in subbuglio visti i traguardi fissati), come invece viene riferito al consiglio e ai soci. Ogni trattativa è stata portata avanti unicamente dai due direttori generali e presidenti e i consiglieri degli istituti hanno accettato loro malgrado ogni decisione». Insomma, per Bcc Monsile si preannunciano mesi caldissimi: è la Bcc più piccola della Marca, con 6 mila soci spaccati al loro interno che ora auspicano «l’apertura di un dibattito» per capire se ci sono i margini per tornare indietro.

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