Bcc, dipendenti in fuga e Novella nel cda

VEDELAGO. Slitta alle 12 di lunedì 12 ottobre il termine ultimo per la presentazione delle candidature in vista dell’assemblea del 25 ottobre al Palamazzalovo di Montebelluna che eleggerà il nuovo consiglio di amministrazione del Credito Cooperativo Trevigiano. Un’interpretazione autentica del regolamento, approvato a settembre, ha fatto rinviare la scadenza inizialmente indicata per mezzogiorno di oggi. La sede centrale dell’istituto commissariato da Bankitalia è presa d’assalto: telefonate e visite di papabili si susseguono senza sosta. Spuntano nuovi nomi e si confermano quelli usciti in questi giorni. Continua la cavalcata verso la presidenza della banca da parte di Renato Mason, castellano d’adozione, da poco accomodatosi sulla poltrona di segretario della Cgia di Mestre che fu di Giuseppe Bortolussi. L’ex direttore generale dell’Usl 8 avrebbe convocato riunioni di soci e alleati per definire le grandi manovre in vista dell’appuntamento del 25 ottobre. Tra i nomi di possibili candidati che fanno rumore ci sarebbe quello del commercialista vicentino Ilario Novella, attuale presidente della Federazione Veneta della Banche di Credito Cooperativo. La sua candidatura come consigliere del Trevigiano avrebbe già ottenuto la benedizione dei commissari straordinari e, di conseguenza, quella di Bankitalia. Per lui una tessera di socio appena stampata. Confermata la corsa di Italo Bosa, ex numero uno della Confartigianato di Asolo e Montebelluna. La sua candidatura per un posto nel cda avrebbe messo d’accordo tutti gli artigiani. Un’inedita alleanza tra Castelfranco, Asolo e Montebelluna.
Negli uffici di villa Emo, sede centrale della Bcc, starebbe per essere depositato anche il curriculum dell’immobiliarista castellano Zanella. Gira pure il nome dell’architetto di Fanzolo Fabio Bordignon. Avrebbe invece declinato l’invito a diventare socia l’imprenditrice dei trenini. Sabrina Carraro della castellana Dotto Trains, corteggiatissima per un posto nella lista dei commissari, vicepresidente di Unindistria Treviso, avrebbe detto “no” per precedenti impegni. L’ex sindaco vedelaghese Piero Pignata continua a valutare la sua candidatura a presidente dell’istituto di credito commissariato dal 29 luglio 2014.
Se il mondo dei soci è in fibrillazione, non lo è da meno quello dei dipendenti. Un anno e più di commissariamento ha decapitato il management. Fuori, “spontaneamente”, i sei dirigenti che avevano guidato la rivolta contro l’ex direttore Umberto Longo, licenziato nel 2012. Responsabili di crediti, ufficio legale, ufficio commerciale hanno già fatto le valigie. Un repulisti generale che non ha risparmiato una quindicina di impiegati, in forze in posizioni strategiche della banca. Rinnovando un accordo sindacale già firmato sotto la presidenza Di Santo, i commissari straordinari hanno aperto la strada al prepensionamento per una corposa fetta del management. Uscite volontarie, in alcuni casi spinte con la prospettiva di trasferimenti in sedi meno agevoli. Forze nuove, competenze digitali, professionalità fresche al posto di dipendenti già testati usciti con esodi incentivati.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso