Barista centra un palo con la moto e muore

Il quarantenne era da pochi mesi rientrato nel Sassarese dopo anni di lavoro a Vazzola
Gianmario Viganò
Gianmario Viganò
 
VAZZOLA.
Era tornato nel suo paese natale, nel Sassarese, dopo una vita di lavoro a Vazzola. Tradito dalla potenza della moto che un amico gli aveva prestato per un giro in paese, Gianmario Viganò, 40 anni, è morto sul colpo, sabato pomeriggio, dopo essersi schiantato con la sua Kawasaki Z1000 contro un palo della segnaletica, in piazza Maggiore a Pozzomaggiore (Sassari).
 Era partito dal bar, rilevato di recente, poco meno di cento metri e si è consumata la tragedia. Tra le prime persone ad accorrere, la moglie che aveva salutato pochi attimi prima dietro il bancone del bar. Inutili i soccorsi, non c'era più niente da fare. Sul posto sono arrivati i carabinieri, gli operatori del 118 e i pompieri. Purtroppo per l'uomo - che indossava regolarmente il casco - non c'era più niente da fare. L'incidente si è verificato pochi attimi prima delle 15: con la Kawasaki in prestito, Gianmario Viganò è finito contro un palo della segnaletica, installato per indicare gli stalli riservati ai mezzi della Croce Verde. Dopo il violento urto contro il palo, il motociclista è stato sbalzato e ha battuto violentemente il capo contro il marciapiede. E' rimasto esanime sull'asfalto. Incredibile il modo in cui si è verificata la tragedia. Gianmario Viganò è partito a velocità sostenuta e ha percorso in sella alla potente moto una cinquantina di metri ma, all'altezza dell'incrocio di piazza Maggiore con via Pinna Parpaglia, non è riuscito a svoltare, probabilmente anche per l'alta velocità. Ha perso il controllo della Kawasaki e ha concluso la corsa contro il palo posto di fronte. Tutti i tentativi, purtroppo, sono risultati vani. Sul posto sono arrivati i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Bonorva, e da Sassari i vigili del fuoco. Il comandante della compagnia, il tenente Gianni Di Carlo, ha coordinato la fase dei rilievi. Gianmario era un giovane pieno di speranze, innamorato del proprio paese. Anche se era nato in Brianza, si sentiva pienamente di Pozzomaggiore. Solo da qualche mese, era rientrato assieme alla famiglia, la moglie Gianfranca Rosas e i due figlioletti. Per farlo aveva lasciato il lavoro che lo impegnava a Vazzola e aveva rilevato il bar di Angelo Arru - scomparso prematuramente qualche mese fa - situato in piazza Maggiore, al centro del paese.

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