Barcon, addio polo industriale Loris Colomberotto rinuncia

di Davide Nordio
VEDELAGO
«Il polo agroalimentare di Barcon per noi è ormai un progetto del passato». Loris Colomberotto di fatto ritira il suo impegno sulla storica campagna dei Pola. A far ritornare sui suoi passi l’imprenditore è la mancata attenzione da parte di Comune, Provincia e Regione rispetto a quanto presentato oltre un anno fa. A fine dicembre con una lettera a firma sua e di Giuliano Gelain a nome della Rotocart, l’altra società coinvolta nel progetto, aveva sollecitato una risposta che non è ancora arrivata. E, alla luce di ulteriori prese di posizione contro il progetto - l’ultima in ordine di tempo l’appello rivolto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dal presidente del Credito Trevigiano Nicola Di Santo - Loris Colomberotto annuncia di uscire dalla partita. «Non entro nel merito dell’appello rivolto al capo dello Stato: siamo in democrazia e ognuno ha diritto di fare quanto ritiene opportuno. Ma da parte nostra non possiamo più aspettare oltre per procedere con l’allargamento del nostro settore produttivo. Di tempo per rispondere mi pare che ne sia stato dato fin troppo. Pertanto stiamo optando per altre soluzioni». Addio definitivo dunque al polo agroalimentare di Barcon? «Guardi – risponde Colomberotto – come abbiamo scritto nella lettera, abbiamo fornito ogni tipo di informativa per arrivare a un accordo di programma che avrebbe portato alla creazione di un importante insediamento produttivo per un investimento di circa 300 milioni, dove avrebbero operato soprattutto fornitori veneti. Un polo destinato a produrre un reddito rilevante e duraturo. L’insediamento non avrebbe pesato a livello logistico su Barcon, in quanto avrebbe usufruito del casello sulla Superstrada Pedemontana. Non da ultimo sarebbe stato una valida opportunità per affrontare la crisi occupazionale che sta attanagliando il territorio: solo per gli interventi che riguardavano la nostra società, posso tranquillamente dire che si trattava di trecento nuovi posti di lavoro. Ma, come ho detto nell’ultima lettera, non abbiamo avuto risposte ufficiali da chi di competenza». E questo pare essere il vero motivo del disimpegno, piuttosto che la questione del casello di Barcon, in forse come tutta la vicenda della Pedemontana a seguito del ricorso presentato da un cittadino di Loria e sul quale a breve si pronuncerà il Consiglio di Stato. L’operazione di «spezzettamento» della produzione Colomberotto che prima doveva concentrarsi su Barcon è già in corso.
«A Barcon ci sarà comunque il centro di miscelazione latte – spiega il titolare – per il mangimificio stiamo ipotizzando un’area vicina a Treviso. Per il macello invece non è esclusa una scelta fuori regione».
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