Asse Cps-Nova Marghera per gestire la Serena

Anche la Cps, cooperativa provinciale Servizi guidata da Paola Mason, scende in campo nel settore dell’accoglienza dei profughi. Ed è spuntata persino, nella Marca, la Domus Caritatis, la cooperativa suo tempo a coinvolta nell’inchiesta su Mafia Capitale, perché faceva parte delle rete di coop che trasversalmente facevano riferimento a Buzzi e Carminati. Ma va detto subito: attualmente la coop è commissariata, e la nuova gestione ha ribadito come si sia voltato pagina rispetto alla fase legata al clamoroso caso giudiziario.
Il nuovo bando per la gestione della Serena nel 2016 attira l’interesse delle cooperative e società di servizi, società di logistica e di «facilities». Locali e non. Scade fra pochi giorni, ma il piatto è ricco, per i numeri e la dimensione dell’hub ai confini fra Treviso e Casier. Sì, i due sindaci e le due giunte chiedono da tempo al prefetto di dimezzare il numero degli ospiti, ma intanto si continua a viaggiare al limite delle quota massima (450).
Dicono che oltre alla Domus Caritatis ci sia anche una società siciliana, che si sarebbe fatta avanti o avrebbe manifestato interesse. E tutte queste realtà che vengono da fuori stanno cercando appoggi locali sul territorio, non solo dal punto di vista logistico. Sembra ci siano state diverse realtà (dai sindacati alle associazioni di protezione civile, dalle associazioni solidali) che si sono viste chiedere informazioni, e sondare disponibilità.
Torniamo alla Cps. Da due settimane è attiva – in cordata con la Nova Marghera – nella gestione di un centro nel Vittoriese, in val Lapisina, all’hotel Winkler, dove sono ospitati sinora una decina di migranti.
Attenzione: Nova Marghera, presieduta da Lorenzo Marinese, gestisce già il centro hub alle Serena, in cordata con Xenia, la società toscana che fa riferimento alla famiglia Merciai.
Ora questa nuova cordata tutta veneta, fra Nova Marghera e Cps. Che si candidano già alla gestione delle Serena. E la Xenia? Si era sparsa la voce che Cps fosse subentrata a Xenia, alle Serena, nell’erogazione dei servizi di assistenza sociosanitaria ai profughi, ma la presidente Mason smentisce seccamente: «Non siamo alle Serena». E più non dice.
Il settore è in fibrillazione, e non c’è da stupirsi. Il 31 dicembre, fra un mese, scadranno tutti i contratti in essere nella Marca: sia quelli in convenzione tra prefettura e coop (35 euro a profugo al giorno), sia quelli in affido diretto (30 euro più Iva). E lo scenario per il 2016 si arricchisce del capitolo ex caserme Zanusso a Oderzo (la prefettura punta ad aprilo in primavera), di altri possibili centri nella Marca, e delle necessità di arrivare a coprire l’aliquota stabilita da Roma per la nostra provincia: oltre (1.800 profughi). Oggi siamo a quota 1300.... all’orizzonte, contratti da milioni di euro.
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