Assalto al treno di Lourdes E sassaiola sui pellegrini

Superato il confine tra Francia e Spagna il convoglio speciale colpito da massi Pietra sfonda il finestrino del vagone ospedale, poi l’arrembaggio dei clandestini

Ieri mattina al binario 1 è terminato il viaggio dei pellegrini partiti lo scorso 25 agosto per Lourdes. Un viaggio di speranza, di fede, ma anche di paura, perché il convoglio sui cui viaggiavano 120 malati è stato prima bersagliato da una sassaiola, poi è stato assaltato da un gruppo di clandestini che prima sono stati respinti dai vigilantes, poi dalla gendarmeria francese.

E’ una vicenda che ha dell’incredibile e della quale sono state testimoni oltre 400 persone, ovvero tutti i volontari e i pellegrini partiti alla volta della famosa grotta francese nelle vicinanze del piccolo sobborgo di Massabielle. A organizzare il viaggio, come ogni anno, era stata la sezione trevigiana dell’Unitalsi, l’associazione pubblica di fedeli che si occupa proprio della gestione dei pellegrinaggi. Grandissima la partecipazione di volontari (quasi quattrocento, tra cui un folto gruppo di under 20) e numerosi i malati che hanno deciso di partire alla volta dei Pirenei e che si sono divisi tra l’aereo e il treno marchiato dalle croci rosse partito da Treviso. C’erano le persone in sedia a rotelle, quelle con le stampelle e come ogni anno anche le persone allettate, trasportate in treno grazie a uno speciale vagone-ospedale dotato di tutta l’attrezzatura necessaria alla oro assistenza e sopravvivenza.

E’ proprio contro quel vagone che cinque giorni fa, superato il confine francese, si è abbattuta una sassaiola. Sul tetto del vagone sono volate pietre grandi come cubetti di porfido, tutte lanciate dal cavalcavia sotto il quale stava transitando il treno, nell’oscurità delle dieci di sera. I colpi hanno risuonato pesantissimi, svegliando il personale di assistenza e molti malati, e solo per un’incredibile buona sorte non hanno causato feriti. Uno dei sassi infatti ha sfondato una delle vetrate del vagone ospedale ed è finito nel mezzo del convoglio, tra le barelle, lasciandosi dietro vetri e plastica e costringendo il capotreno a una fermata di sicurezza. «C’erano lettighe vicino ad altri finestrini» spiega il presidente dell’associazione trevigiana Dario Capello, «ma nono sotto a quello. Il sasso era grande come un palmo di mano, pesante, l’abbiamo consegnato nelle mani della polizia francese con la denuncia di quanto accaduto». Ma le difficoltà del treno dei pellegrini non sono finite lì. Pochi chilometri dopo infatti, durante una sosta notturna, il convoglio è stato assaltato da un gruppo di nove clandestini. «Hanno cercato di entrare da varie porte» segue in racconto di Capello, «ma noi fortunatamente eravamo organizzati. Avevamo allertato persone per fare servizio di sicurezza notturno, hanno lanciato l’allarme e chiamato le forze dell’ordine». I clandestini, viste le guardie, sono scappati, ma dopo alcuni minuti sono tornati all’assalto cercando di aprirsi un varco prima che il treno ripartisse. «Siamo riusciti a mantenere chiuse le porte anche durante questo secondo assalto, poi hanno desistito e il treno è ripartito». E il viaggio è proseguito nel modo migliore.

Su quanto accaduto l’autorità francese ha già iniziato gli accertamenti. Il problema del clandestini nei pressi delle frontiere è noto, ma quanto pare non riesce ad essere arginato. Ignota invece l’identità degli autori della sassaiola contro il treno dei pellegrini

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