Asco, Plavisgas ora è pronta a uscire

PIEVE DI SOLIGO. Il conto? Fatto: 47 milioni. A quel prezzo Plavisgas è pronta a farsi liquidare e a lasciare Ascoholding. «Noi nonvorremmo andar via, ma ce lo hanno chiesto, e abbiamo deciso di essere più responsabili di loro, di chi irresponsabilmente ha messo a rischio un patrimonio pubblico e una grandissima opportunità territoriale», spiega Oscar Marchetto, ad di Plavisgas.
Si realizzerebbe così l’auspicio di cda, Lega, e parte del Pd: la liquidazione dei soci con cui è in atto lo scontro giudiziario totale. Sin qui con la vittoria di Plavisgas al Tar contro i 27 Comuni fautori della fusione della holding in Asco Tlc. «Prendiamo atto che la convivenza è difficile, siamo consapevoli del passo che facciamo, potremmo dettare le regole del gioco e a pagare sarebbero i cittadini dei comuni che hanno perso al Tar. Quel che dicevamo è semplicemente quel che dice la legge: potevamo approfittarne, siamo disposti ad andarcene: un altro atto di responsabilità verso il nostro territorio».
Come si computano i 47 milioni che la holding avrà da accantonamenti, bond con Mediobanca e Credit Suisse, ed eventuale cessione del 10 % delle azioni Ascopiave ? È la media del valore dell’azione Ascopiave negli ultimi 12 mesi. Come nelle aste per le quote alienate da Cornuda, e poi dai 5 Comuni “rimpiazzati” ora da Plavisgas (Santa Lucia, Pieve di Soligo, Breda, Follina e Cison). Il controvalore dell’ 8,61 per cento della holding (che a sua volta controlla il 62,8 per cento della quotata Ascopiave), ora di Plavisgas. Altri 2,5 milioni vale la quota di Bluenergy – lo 0,5 % della holding – anche se questi sono allineati: liquidazione o no? Plavisgas realizzerà circa 21 milioni: ne aveva investititi 26,8 a suo tempo per entrare in holding. E ogni socio della cordata (Marchetto, Malvestio, Dal Mas, Stevanato, De Bortoli) guadagnerà 4 milioni circa.
Decisamente meno decifrabile il fronte dei Comuni dissidenti. Giorgio Della Giustina, presidente di Ascoholding, e Nicola Cecconato, presidente e ad di Ascopiave, ne hanno incontrati diversi. Molti son tentati dall’essere pagati con azioni Ascopiave. Due i vantaggi: dividendi più alti, nessun vincolo di legge. Si potranno vendere liberamente a seconda delle esigenze.
Marco Della Pietra, sindaco di Spresiano, rilancia una questione di principio: «Sto vedendo tutto e il contrario di tutto, Lega e Pd che dicono una cosa e ne fanno un’altra, attendo sempre un vero confronto tra noi sindaci», dichiara, «e confido che il cda rimetta sul tavolo il suo mandato per la pessima gestione degli ultimi tempi. Scusate, ma a me venire liquidato come i privati può stare anche bene: ma cosa dirà la corte dei Conti? Quelle azioni potevano essere comperate della holding due anni fa, a metà del prezzo. Questo è buttar via soldi pubblici».
Maurizio Cavallin, primo cittadino di Giavera: «Il problema non è uscire o meno, è tutelare il patrimonio pubblico, e su questo piano da due anni il cda non ha dato indicazioni, c’è stato uno stallo lunghissimo e gravissimo. Dovevano arrivare indicazioni, con cui poi i Comuni, in autonomia, dovrebbero poter scegliere una linea».
Andrea Passerini
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