Asco, holding pubblica senza Tlc

Ripensamento nella Lega per appianare lo scontro, liquidando i privati: summit di sindaci al K3

PIEVE DI SOLIGO. «Le guerre giudiziarie con i privati stanno logorando tutti». E’ da una premessa come questa che in seno alla Lega è in atto un ripensamento della linea su Ascoholding.

Potremmo chiamarla la linea della holding pubblica pura, al 100% detenuta dai comuni, senza alcun privato nella compagine societaria, e che assolvesse alla sua missione di casa madre, ovvero di controllante della quotata, senza alcun’altra attività collaterale.

E questo implicitamente farebbe pensare alla dismissione della controllata Tlc, oppure al suo spostamento nella galassia Asco sotto la quotata Ascopiave (che già controlla la Trade, società addetta alle vendite).

Una rivoluzione che va oltre la liquidazione dei privati già prevista da Nicola Cecconato, presidente e “ad” di Ascopiave, e da Enrico Marchi, che con la sua Finint è advisor della holding presieduta da Giorgio Giuseppe Della Giustina.

E oltre i 50 milioni che servono a liquidare i privati oggi presenti nella holding, di cui i comuni detengono quasi il 91%: uno è Plavisgas, la cordata di Malvestio, Marchetto, Dal Mas, gli Stevanato e i De Bortoli, che ha l’8,6% (circa 47 milioni), e Bluenergy che ha lo 0,5% (2,5 milioni).

Appunto perché disegna un futuro di holding senza alcun legame o interesse o controllo in alcuna società che non sia la quotata Ascopiave. Rispetto da una mission assoluta, nella linea del controllo pubblico di un servizio di interesse generale.

Che non sia solo uno scenario lo dice il fatto che se n’è parlato l’altra sera al K3, sede della Lega. Tutto sarebbe partito dalla riflessione, affidata a un post di Roberto Bet, sindaco di Codognè, pupillo del governatore Zaia, dopo la sentenza del Tar che ha imposto ai comuni pro fusione in Tlc di rifare le delibere, perchpè Tlc ha attività commerciali (e infatti c’è chi pensa a scorporare la controllata)

Ecco, proprio il fatto di essere in linea con i dettami della Madia indurrebbe Bet (ma anche Francesco Pietrobon e Marco Serena, sindaci di Paese e Villorba) a ripensare all’assetto complessivo di Asco.

Ma pare che i malesseri per lo scontro senza precedenti con i privati di Plavisgas fossero emersi già nella riunione convocata a Sernaglia dai 28 sindaci dei comuni le cui delibere sono state impugnate da Malvestio & co.. E RadioLega giura che sia volato anche qualche strale sulla gestione del presidente Giorgio Della Giustina, peraltro assente. Ma sul punto le bocche sono stracucite.

Lo stesso segretario nathional Toni Da Re si sarebbe infine convinto che di fronte a un privato battagliero, pronto a ricorrere in tute le sedi, non basti la liquidazione dei privati. E la ricerca del tirar dritto sin qui sancita da Lega e Pd e Direzione Italia, con il consiglio di amministrazione della holding, Della Giustina in testa, non sia più considerata irrinunciabile. Anche perché sul controllo pubblico della holding il Pd si associa in blocco, come già ribadito dal segretario provinciale Giovanni Zorzi.

Andrea Passerini

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso