Artigiana di Montebelluna “sconfigge” l'agenzia delle Entrate: non deve pagare 400 mila euro

«Pratiche troppo lunghe»: il giudice boccia la prescrizione ordinaria Bastano 5 anni per far decadere l’intimazione per tributi non riscossi
ARCHIVIO POLITICA FISCO - AGENZIA DELLE ENTRATE - FOTO NEWPRESS
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MONTEBELLUNA. Oltre 400 mila euro di cartelle esattoriali andate in prescrizione per i tempi lunghi con cui la Agenzia delle Entrate Riscossione aveva portato avanti le pratiche. Si trattava di contributi Inps e Inail che una artigiana del settore tessile di Montebelluna non aveva versato perchè si era trovata in difficoltà finanziarie e le banche non le concedevano prestiti.

Era diventato salatissimo nel tempo, quel conto, che partiva dagli inizi degli anni Duemila. Quando a maggio 2018 M. C., l'artigiana in questione, si era vista recapitare l’intimazione di pagamento dall'Agenzia delle Entrate per quasi 1 milione e mezzo di euro, non sapeva più a che santo rivolgersi: già aveva avuto varie esecuzioni, una delle quali aveva interessato anche la pensione che percepisce, e a rischio a quel punto era diventata anche la casa dove vive.

Un'ancora di salvezza le è arrivata ora dalla sentenza del giudice del lavoro di Treviso in seguito ad una opposizione all'esecuzione presentata tramite gli avvocati Alessandro Bozzone di Venezia e Gino Rizzardi di Treviso.

La giudice, Roberta Poirè, ha sentenziato l'avvenuta prescrizione dei crediti vantati da Inps e Inail di ben 42 cartelle, per un totale di oltre 400 mila euro, e ha pure posto a carico dell'Agenzia delle Entrate Riscossione le spese processuali, calcolate in 6500 euro.

Una sentenza a cui vari destinatari di vecchie cartelle esattoriali potrebbero ora fare riferimento. Si trattava delle cartelle esattoriali notificate prima del marzo 2011 e senza che fossero intervenuti atti di interruzione della prescrizione.

Il dibattito tra gli avvocati dell'imprenditrice montebellunese e i legali di Agenzia delle Entrate, Inps e Inail è ruotato tutto attorno ai tempi di prescrizione. Secondo i legali degli enti pubblici doveva valere la prescrizione ordinaria di 10 anni, invece per l'avvocato Bozzoni valeva la prescrizione breve di 5 anni. E il giudice gli ha dato ragione, richiamando una sentenza del 2016 della Corte di Cassazione a sezioni unite. Quindi ciò che era stato notificato prima del marzo 2011 andava prescritto perchè erano passati già i cinque anni.

«La tematica concerne la questione delle cartelle esattoriali notificate nel passato da Agenzia delle Entrate Riscossione a vari contribuenti italiani», spiega l'avvocato Alessandro Bozzoni, «Si è stabilito, sulla scorta di una sentenza della Cassazione, che la mancata opposizione alle cartelle non determina la conversione della prescrizione da quinquennale a decennale.

Era quindi di 5 anni il termine di riferimento. Ciò significa che molte tra le cartelle notificate nel passato potrebbero essere oggi prescritte con ciò rendendo del tutto inutile attivare procedure di rateizzazione e/o di saldo e stralcio, e/o di pace fiscale, spesso onerose o comunque non sostenibili per il contribuente a maggior ragione in questo momento storico del Paese».

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