Archiutti, azienda sana “scade” e muore

San Biagio, i cinque soci non trovano l’accordo per rinnovare il patto: liquidazione e 55 dipendenti in cassa integrazione
Di Fabio Poloni
ALLEGRANZI SAN BIAGIO DI CALLALTA PROTESTA SINDACALE DIPENDENTI DELLA DITTA PANTO, IN FOTO FRANCESCO ORRU' SEG GEN. FILCA CISL
ALLEGRANZI SAN BIAGIO DI CALLALTA PROTESTA SINDACALE DIPENDENTI DELLA DITTA PANTO, IN FOTO FRANCESCO ORRU' SEG GEN. FILCA CISL

SAN BIAGIO DI CALLALTA. Se un’azienda muore, solitamente è per crisi di mercato o di liquidità. Finire la propria attività per scadenza, come uno yogurt, non è affatto usuale. Farebbero volentieri a meno di questa originalità i 55 dipendenti della Archiutti Spa di San Biagio di Callalta: l’azienda, secondo il sindacato, rischia di chiudere definitivamente solo perché i soci non trovano l’accordo per mandare avanti l’attività a “scadenza” del trentennale patto associativo. L’azienda, che produce mobili da ufficio, è in liquidazione dallo scorso dicembre: ora si attende la nomina di un liquidatore da parte del tribunale per sperare nella cessione o nell’affitto d’azienda, in modo da non fermare le linee produttive.

Una situazione paradossale. «C’è mercato, c’è liquidità in cassa, c’è un marchio forte e riconosciuto: l’azienda rischia di chiudere solo perché i soci non si mettono d’accordo sul da farsi»: Francesco Orrù, segretario generale della Filca Cisl di Treviso e Belluno, fa da portavoce per questo stato d’ansia quasi incredula. «In tanti anni di sindacato non mi ero mai trovato in una situazione del genere». Una situazione definita come «logorante» dagli stessi dipendenti, la cui rabbia è esplosa giovedì nel corso di una assemblea sindacale molto partecipata. La società era in scadenza naturale al 31 dicembre 2015 e i cinque soci - denunciano i lavoratori - non sono riusciti a mettersi d’accordo per garantire un futuro all’azienda e alle maestranze, col risultato che la società è andata in liquidazione». I soci sono i figli e la moglie dello scomparso fondatore, Tullio, fratello dell’ex senatore e titolare di Veneta Cucine, Giacomo Carlo Archiutti. Le parti sindacali hanno sottoscritto un accordo in Provincia per garantire la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività fino alla fine del 2016. Dopodiché, i dipendenti andranno in mobilità. «Si rischia di perdere 55 posti di lavoro», spiega Orrù, «e di veder sparire un’azienda storica della Marca a causa dell’incapacità dei soci di trovare un accordo per garantire un futuro all’impresa. I soci non sono riusciti neppure a nominare un liquidatore, tanto che stiamo aspettando la nomina da parte del tribunale di Venezia. Va sottolineato che non si tratta di un’azienda in crisi perché gli ordini non mancano, il prodotto è di ottima qualità e ben posizionato sul mercato, i conti sono in ordine e il brand Archiutti è ben conosciuto».

La Filca Cisl sottolinea di aver portato avanti in questi mesi un’azione costante per tutelare i dipendenti con gli ammortizzatori sociali, «mettendo in campo tutto ciò che era possibile per sostenere i lavoratori, ma la preoccupazione è grande perché più passa il tempo e meno l'azienda è appetibile per un possibile acquirente». «I dipendenti credono ancora nel futuro di questa impresa e aspettano con ansia la nomina del liquidatore con cui sperano di rilanciare l’azienda», conclude Orrù, «La maggior parte di loro ha famiglia e mutui a cui far fronte, e alcuni sono vicini alla pensione e rischiano di trovarsi disoccupati a 55 anni, senza i requisiti necessari per andare in pensione. Sono arrabbiati, chiedono con fermezza ai soci di trovare una soluzione per garantire un futuro all’azienda».

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