Arazzi, sale, dipinti Ca’ Sugana è aperta

Domenica per la prima volta la sede del Comune si svela
DE WOLANSKY AG.FOTOFILM TREVISO CA' SUGANA E CA' SPINADA
DE WOLANSKY AG.FOTOFILM TREVISO CA' SUGANA E CA' SPINADA
Quali sono le sale, gli arredi, i luoghi che fanno da cornice alle decisioni del Comune di Treviso? Qual è la storia delle opere che spesso si vedono solo alle spalle delle tante interviste e delle tante fotografie fatte ai sindaci e agli assessori che si sono avvicendati a Ca’ Sugana, sede del amministrazione comunale? Domenica, per la prima volta, il “palazzo del potere” cittadino aprirà al pubblico. Lo farà nella giornate del Fai, quella dedicata alla scoperta del patrimonio storico e architettonico dei Comuni che negli anni passati a Treviso ha permesso al pubblico di visitare gioielli come Ca’Spineda (sede di Fondazione), la Cappella dei Rettori del Monte di Pietà, la bellissima piccola chiesa di Santa Lucia, e ancor prima Palazzo Giacomelli (sede di Unindustria), le vecchie scuole De Amicis e tanti altri edifici storici dentro e fuori le mura, compresa la stupenda Ca’ Zenobio chiusa ormai da 2015.


A candidare Ca’ Sugana come sede delle visite del Fondo Ambiente Italia è stato l’assessore alla cultura Luciano Franchin, nelle settimane passate. E sarà proprio lui, nel primo pomeriggio di domenica, a fare da Cicerone a quanti vorranno visitare il palazzo del Comune dando una lettura storico-filosofica di alcune delle opere che trovano spazio sulle pareti delle “sale del potere”. «L’idea è proprio quella di avvicinare la gente, tutti i trevigiani, al cuore operativo della città, rompere quell’immagine spesso sbagliata di un palazzo chiuso» dice l’assessore Franchin.


Si potrà entrare dalla grande scalinata in marmo che rappresentava un tempo l’ingresso ufficiale all’antico palazzo di architettura veneziana. E da lì accedere al corridoio che conduce nei luoghi chiave della politica cittadina quellio dive si decide e di discute. Si potranno interrogare i volti immortalati dal pittore veneziano barocco Gregorio Lazzarini, quelli che da anni spiano le riunioni nella “sala giunta” e conoscono i retroscena, i litigi, gli accordi delle amministrazioni forse più della Regina Semiramide, protagonista della grande tela seicentesca alle spalle del tavolo dove si riuniscono gli assessori e il sindaco. E poi gli arazzi della “sala riunioni”, quella dove solitamente gli ammistratori si incontrano con “gli esterni” per accordarsi, progettare, valutare. Sono opere mastodontiche che raffigurano scene mitologiche come la “Trasformazione di Atteone in cervo” del diciottesimo secolo. E tra i mobili antichiche arricchiscono sale e corridoi si potrà anche accedere all’ufficio dell’assessore alla cultura e all’ambiente, lì dove si valutano i provvedimenti tecnici e le iniziative alzando gli occhi su stupende opere vedutiste tra cui trova posto un curiosissimo anonimo che rappresenta San Tomaso forse già nel Settecento, coi suoi mestieri e le sue case.


Ma oltre a Ca’ Sugana domenica il Fai aprirà le porte anche del Battistero del Duomo, recentemente ristrutturato, e della Sala del Capitolo, nel Seminario Vescovile, in fase di restauro. Ad accompagnare i visitatori ci saranno i ragazzi del Duca degli Abruzzi che con il Fai effettuano l’alternanza scuola-lavoro e da tempo preparano le visite nei tre palazzi. «Un’occasione per la città, per i ragazzi e per la cultura» dice la responsabile Fai di Treviso Gabriella Busetto, «abbiamo luoghi strepitosi, che devono essere patrimonio della conoscenza di tutti. È lo scopo dell’iniziativa che il Fai porta avanti con impegno da anni».


Federico de Wolanski


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso