Antonietta rivive l’incubo «Così uccisero mio marito»

RESANA. L’arrivo dei ladri, la reazione del titolare, il colpo di pistola che arrivò al cuore e che uccise il titolare. La notizia della rapina alla gioielleria Rosso ha fatto tornare indietro nel tempo molti abitanti di Resana: è infatti incancellabile il ricordo del giorno in cui perse la vita il marito di Antonietta Menegotto, Antonio Rosso. Correva l'anno 1975 e fu un fatto che sconvolse la comunità. «E chi può scordarselo», ricorda Mario Frasson, all'epoca sindaco di Resana, «Eravamo riuniti in giunta quando qualcuno arrivò trafelato a riferirci quanto era accaduto a pochi metri dal municipio. All'epoca pensavamo che cose del genere potessero capitare solo nelle grandi città, a Roma o Milano, non certo in un piccolo centro come il nostro. Tra l'altro la famiglia è resanese doc e quindi è conosciuta da tutti».
Frasson ricorda precisamente come si svolsero le cose, anche nei particolari. Allora i rapinatori fecero il percorso inverso da quello compiuto ieri dall'uomo e la donna che hanno aggredito la signora Antonietta e la commessa: «Entrarono armati nel retro dal giardino per far man bassa in casa e intimando ad Antonio di aprire la cassaforte. Antonio reagì e partì un unico colpo di pistola che lo colpì al cuore, uccidendolo all'istante. Fu una cosa terribile per la famiglia, ovviamente: Resana rimase scioccata».
Le indagini furono seguite dal paese con passione: portarono all'arresto e alla condanna dei rapinatori-assassini. «L'individuazione dei malviventi non avvenne subito ma a distanza di anni», ricorda Frasson, «e tutti qui non dimenticano che le condanne furono blande, dal momento che era stata uccisa una persona. Anche i familiari non furono soddisfatti della sentenza del giudice. A distanza di anni la signora Antonietta non ha mai nascosto la sua perplessità: è assolutamente convinta che non era stata fatta davvero giustizia per quel barbaro omicidio che le aveva portato via il marito e il padre dei suoi figli». (d. n.)
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DELLA RAPINA DI RESANA
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