Ancora piogge, torna l’allerta fiumi. Piave e Livenza sorvegliati speciali

Da ieri sera nuova ondata di maltempo. Avviso di criticità della Protezione civile. Paura per il carico d’acqua dal Bellunese

Ponte di Piave. Il giorno dopo la paura delle esondazioni e dalle grande piena del Piave, le aree golenali lungo l’asta del fiume hanno vissuto una giornata di tregua e normalità. Ma è durata poco, perché il livello del fiume è rimasto più alto del previsto. Si guarda al Bellunese dove piove da ieri sera e alla possibilità di un’ondata che per tutto il giorno terrà in allerta volontari e protezione civile. Stessa situazione lungo il Livenza, che due giorni fa era cresciuto di oltre due metri ed ha indotto le amministrazioni rivierasche e preparare eventuali ordinanze di sgombero. 

L’allerta

È a livello “arancione” per tutta l’area del Piave bellunese e pedemontano. Il passaggio successivo è, ovviamente, l’allarme rosso che per adesso la protezione civile scongiura. Allerta “gialla” per il “basso Piave”, l’area del Sile e il bacino scolante in laguna dal Trevigiano, ancora “arancione” per il Livenza. Qualche problema potrebbe verificarsi anche in Castellana, ma il condizionale è d’obbligo perché le previsioni di Arpav tendono a concentrare le piogge, che da ieri sera sono tornare a scendere sul Veneto, soprattutto nell’area orientale. I fenomeni saranno in progressiva estensione e intensificazione ed oggi potrebbero dare il via anche a piogge abbondanti «su zone prealpine e pianura nord-orientale» con forti rovesci e temporali.

L’onda di piena

Per il popolo delle golene nemmeno il tempo di rimettere a posto le proprie cose dopo la notte fuori casa di domenica, che già è tornato lo spettro di una nuova esondazione. L’invito lanciato ieri a tutti i residenti delle golene era quello di sabato: «Siate reperibili». Ma i responsabili della protezione civile, e le stesse amministrazioni dei comuni rivieraschi ieri tendevano ad escludere una piena tale da imporre nuovi sgomberi di famiglie (una ventina quelle sfollate domenica) tanto che lo stesso Comune di Ponte di Piave ieri ha chiuso il centro operativo comunale aperto venerdì in vista delle piene.

La situazione

Nella notte di domenica il Piave è arrivato a toccare quota 6.67 metri, un metro al di sotto del livello che nel 2018 causò allagamenti per decine di chilometri quadrati coinvolgendo molte case. Ma nel corso della giornata di ieri è calato meno di quanto ci si sarebbe aspettato. Idem per il Livenza che da tre giorni continua a crescere ed ha ormai raggiunto quasi quota 5 metri a Meduna, quasi 4 metri a Motta e oltre 3 a Cessalto. Più tranquille le sponde dell’affluente Monticano, che comunque contribuisce alla piena del Livenza. Il Consorzio Piave sta monitorando la situazione sia nell’asta del fiume sacro, sia tra canali, affluenti e lungo le rive del Livenza dove già ieri è stata aperta l’idrovora Borrida. «Il Comune di Meduna ha emesso un’ordinanza di pre-allerta per l’area golenale di via Saccon» spiega il sindaco Arnaldo Pitton, «ma non dovrebbero esserci problemi per le case, casomai solo per la circolazione se verrà allagata per scaricare la piena».

A nord

Alle 16 a Busche: mille metri cubi al secondo. E Fabio Vettori, sindaco di Nervesa, tira un profondo sospiro di sollievo. «Domenica alle 18, sempre Busche dava 1450 metri cubi al secondo. E sinceramente» ammette, «eravamo un po’ preoccupati». Vettori ha vigilato, fino a ieri pomeriggio. Continuerà a farlo nelle prossime ore, come a Susegana il sindaco Vincenza Scarpa. «Dovremo uscire, seppur lentamente, dall’emergenza più stretta» avverte l’assessore alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin precisando «lentamente». L’acqua non scende rapidamente. A Nervesa della Battaglia, ieri, verso sera, il livello idrometrico scendeva a un metro e 71 cm, contro i 2 metri e 38 del massimo livello, all’una e 30 della notte. Marinella Tormena, sindaco di Crocetta del Montello, ammette di non aver vissuto quest’emergenza con particolare allarme. «Nelle grave non è entrata neppure una goccia d’acqua, se non quella della pioggia, fortunatamente». Le grave è l’area che la Regione trasformerà nella cassa di espansione del Piave… «Piano, non trasformerà affatto» s’inalbera Tormena, «perché questo è un territorio di importante valore naturalistico, che tutti ci invidiano». Tormena e collaboratori, in ogni caso, un’occhiata, anzi più d’una l’hanno data ai bollettini della Protezione civile.

Ma soprattutto ai dati e alle previsioni sull’area bellunese, da lì potrebbe scendere nelle prossime ore un altro imponente e critico carico di acqua. —

Federico de Wolanski

Francesco Dal Mas

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