Anche la “Mvv” lascia Vittorio Veneto
VITTORIO VENETO. L’ultima, storica industria di Vittorio Veneto lascia la città, per delocalizzare, fortunatamente non oltre confine, ma ad Orsago. Si tratta della “Mvv”, ditta del gruppo Snia, specializzata nella produzione di pompe ad ingranaggi, filiere e teste di filatura, 25 dipendenti. Nella “Mvv” sono subentrati due nuovi soci, Renato Biasin, di San Fior, ed Ezio Vergani, ex presidente di Confindustria Lecco. Ed ecco che scoppia il “caso”. Vergani chiede che nella sua azienda sia applicato il contratto di lavoro cosiddetto “separato”, quello cioè non approvato dalla Fiom Cgil. Sostituirebbe quello in scadenza. A trattare, però, è Paolo Pagotto, da poche settimane sindacalista della Fiom. Uomo pragmatico, Pagotto vuole arrivare ad un’intesa, prima possibilmente del trasferimento della “Mvv” ad Orsago. Pone, tuttavia, la condizione che il suo sindacato sia riconosciuto, fra l’altro per essere presente nel delicato momento della transizione. E nella prospettiva che la società si consolidi e si espanda.
Poi c’è la problematica urbanistica. L’edificio che viene lasciato da “Mvv” è della Snia. Il gruppo non ha ancora comunicato all’amministrazione comunale che cosa vuol farne. Considerata la “location” dello stabilimento è evidente che il futuro dell’area potrebbe essere quello residenziale. Ma i tempi non consigliano di correre in questo senso. Anche il sindaco Gianantonio Da Re ha qualche dubbio perché in città si creino ulteriori volumi abitati destinati a rimanere vuoti. E Adriana Costantini, consigliere comunale di “Sinistra vittoriese” mette le mani avanti: «Nessuna speculazione dev’essere permessa in questo come negli altri siti dismessi della città». E questi siti sono più d’uno: ex Colussi, ex Italcementi, ex Carnielli, ex Fassina.
Intanto Pagotto ha intenzione di convocare nei prossimi giorni i lavoratori “Mvv” per trattare sia contratto che trasloco.
Francesco Dal Mas
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