Anche a Treviso la scure dei tagli sulle ecografie in gravidanza

Treviso. La Regione elimina i monitoraggi gratuiti della 30ª e 38ª settimana, insorgono le donne: «Già si fanno pochi figli...»

TREVISO. I monitoraggi della 30esima e della 38esima settimana di gravidanza sono fuori dai nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza ministeriali recepiti dalla Regione. Da ora in poi questi esami si pagano. Protestano le mamme trevigiane, la notizia corre sui social network e sui gruppi whatsapp delle donne in dolce attesa. Altra pioggia di polemiche. «In Italia non nascono più bambini e cosa si fa? Si fa pagare chi decide di averli questi benedetti figli. Ormai siamo al paradosso», scrive Anna. «Ho saputo la “bella” novità per caso in ospedale quando sono andata a fare il controllo. Ero tranquilla visto che con il primo figlio non ho pagato nulla e invece, adesso, ti fanno tirare fuori il portafogli. Sempre peggio», aggiunge Chiara. «Non ho parole, si risparmia sulla salute nostra e dei nostri figli. Una vergogna», commenta Sandra. Qualche lamentela è arrivata anche nei reparti di Ginecologia e Ostetricia dell'Usl di Marca, visto che molte donne hanno scoperto la novità del pagamento il giorno stesso dell'ecografia.

C'è poca informazione al riguardo, a Treviso come nelle altre aziende sanitarie venete. «Effettivamente la 38esima settimana è fuori dai nuovi Lea, è stata mantenuta gratis solo per le urgenze e le gestazioni a rischio. La gratuità viene invece garantita a tutte per i monitoraggi della 36esima settimana, della 40esima al consultorio e della 41esima in ospedale», spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl 2.

Il taglio imposto dalla Regione, che le Usl si limitano ad applicare, ha però toccato anche l'ecografia del terzo trimestre, cioè tra la 30esima e la 32esima settimana. «Al di là dell'aspetto economico va considerata l'utilità. Il grosso cambiamento riguarda il controllo tra la 30esima e la 32esima settimana», spiega Enrico Busato, primario di Ginecologia e Ostetricia al Ca' Foncello. «Diciamo che l'argomento andrebbe affrontato in modo complessivo. Se i Lea sono frutto dell'analisi fatta dallo Stato e dalle Regioni, mi posso trovare d'accordo, ma c'è un passaggio molto importante e credo che sia culturale e non solo: riguarda l'essenzialità e l'utilità di alcuni esami», sottolinea Luciana Mellone, presidente nazionale del Il Melograno. «Spesso le donne in gravidanza si affidano al privato e in quei casi la proposta di ecografia non è quella dei Lea, ma spesso molto più assidua. Allora è da capire perché l'offerta tra pubblico e privato è così diversa. La prima lettura delle mamme è di preoccupazione per un taglio di risorse, ma sarebbe altrettanto importante che si sviluppasse l'accompagnamento alla nascita e il post-nascita: a Treviso già esiste, ma potrebbe essere incentivato ancor di più. Al Melograno noi siamo a disposizione di tutte le mamme per ragionare insieme sul percorso», sottolinea Mellone.

Con l’approvazione dei nuovi Lea, il monitoraggio alla 30esima settimana viene offerto gratuitamente solo in presenza di un rischio di patologia materna o fetale, nonostante questa ecografia serva per ricercare eventuali anomalie anatomiche tardive del feto, monitorare la crescita del bambino, controllare la quantità di liquido amniotico e la placenta. Le nuove disposizioni tendono a posticipare l'ecografia quando il parto è imminente, cioè alla 41esima settimana. La linea scelta dal Veneto ricalca quanto fatto nei paesi anglosassoni dove solitamente si effettuano solo due ecografie,salvo integrare con le visite a pagamento. Ma molti stanno rivedendo questa scelta e decidendo di ripristinare un maggior numero di controlli.

 

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