«Ama festival» lascia Asolo per Bassano, è scontro

ASOLO. Il festival musicale lascia Asolo per Bassano ed immediatamente scoppia la polemica. Perché? Dopo tredici anni e novantamila presenze la delusione è cocente. Le ragioni di Andrea Dal Mina, l’inventore e anima del festival, risiedono del dialogo interrotto con il Comune di Asolo: «Eravano sopportati, non supportati» spiega dando appuntamento ai primi di giugno, a Bassano.
«Comprendo la delusione – spiega Dal Mina, che nella vita fa l’assicuratore e che coordina un centinaio di volontari – Ai tanti che ci stanno scrivendo chiedo di comprendere anche la nostra rabbia».
«Nel 2005 - all'epoca si chiamava Asolo Free Music Festival e si teneva sul vecchio campo sportivo - ho inventato questo evento perché ero stanco di girare l'Europa ad ascoltare grandi artisti musicali. L'ho fatto per amore della Città di Asolo e grazie all'aiuto di tanti amici e di amministratori che mi hanno incoraggiato. Nel tempo, l'appuntamento musicale nato per gustare la musica gratis, è diventato adulto, ha aggiunto spessore e protagonisti, ha inserito eventi a pagamento per coprire le spese
Negli anni abbiamo ospitato alcuni dei più importanti artisti mondiali della musica indie: Steve Aoki, Interpol, Foals, Elio e le Storie tese, Baustelle, Gogol Bordello, Edoardo Bennato, Carmen Consoli e tra le più importanti band del panorama musicale italiano. Fino all'ultima edizione 2017, che ha visto sul nostro stage Ermal Meta e Lo Stato Sociale, primi e secondi all'ultimo Festival di Sanremo. Abbiamo fatto il conto: complessivamente, negli anni, hanno partecipato al nostro festival circa 90 mila spettatori. Un'enormità, per un piccolo centro come Asolo. Ma crediamo di aver dato un importante contributo alla promozione del territorio asolano: facendo lavorare alberghi e ristoranti, servizi di navetta e pubblici esercizi, operatori turistici in genere, coinvolgendo produttori locali e associazioni di categoria.
L'anno scorso abbiamo allestito un campeggio per 250 turisti, venduto 800 abbonamenti, ottenuto riconoscimenti internazionali. Soprattutto - aggiunge Dal Mina – abbiamo dato ai giovani di questo territorio l'opportunità di ascoltare da vicino artisti che diversamente non sarebbero mai passati per Asolo».
Allora perché l’addio?
«Negli ultimi tre anni lo sforzo è stato notevole, ripagato da un grande interesse di pubblico, stampa e operatori musicali. Purtroppo – spiega Andrea Dal Mina – questo impegno non è stato accompagnato da un pari incoraggiamento dell'amministrazione comunale. Il dialogo si è interrotto senza motivo, anche a causa di scelte non comprensibili che hanno penalizzato la crescita del festival come ad esempio lo stop alla musica in anticipo, che ci è stato comunicato solamente qualche giorno prima dell'evento con il programma già chiuso. Cosa ancora più grave se si pensa all'investimento che avevamo fatto per portare il festival in un'area industriale, su suggerimento dell'amministrazione, appunto per evitare problemi alla cittadinanza».
«Evidentemente, qualcosa si è rotto. Forse anche noi abbiamo sbagliato qualcosa, sottovalutando alcune situazioni. Se così è stato, ce ne scusiamo. A questo punto ci siamo trovati davanti a un bivio: potevamo continuare a organizzare il festival ad Asolo, dov'è nato, mettendo in conto un logorante tira e molla, cercando di pietire un appuntamento mai concesso. Oppure guardarci attorno, dove diverse città avevano già messo gli occhi su questo modello». La scelta è caduta su Bassano del Grappa, «interessata a sviluppare un progetto a medio e lungo termine con noi».
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