Alzaia, pressing per frenare la nuova palazzina. Il Pd: «Norme salva Restera»
In Comune il progetto di un edificio di cinque piani al posto di una villetta. I residenti: «Molte mancanze nell’iter». Zabai: «Dubbi, urge approfondire»

Fermarsi e approfondire. Meno timbri e più controlli. A chiedere a sospensione dell’iter di approvazione del piano destinato a trasformare in una palazzina di cinque piani una villetta sull’Alzaia è la politica, Partito democratico in testa.
Le proteste
La richiesta è stata fatta per vie ufficiali dal consigliere comunale dem Marco Zabai dopo le nettissime proteste dei residenti tra Restera e via Lotto. «Sul progetto emergono diverse questioni da chiarire. Ho chiesto in via ufficiale chiarimenti agli uffici comunali su vari aspetti dell’iter amministrativo, in particolare quelli ambientali e paesaggistici» ha spiegato ieri auspicando che la corsa all’approvazione del permesso a costruire (pare manchi solo quello) venga rallentata in virtù di una maggio attenzione alle carte. Questo anche perché gli stessi residenti (mercoledì sera un sit-in in zona) continuano a battere il ferro sottolineando come paiano mancare «una completa istruttoria ambientale, la valutazione delle opere accessorie e la loro interferenza con il canale» sottolinea Peter D’Angelo, portavoce dei residenti, «così come sembrano mancare la valutazione di Incidenza, obbligatoria per opere in prossimità di siti Rete Natura 2000».
I residenti, nel segnalare una procedura che «appare viziata da varie mancanze», chiedono tutela per il territorio storico e anche l’ambiente naturale, condannando anche il progetto di taglio degli alberi storici che sorgono nel giardino dell’attuale villetta, acquisita ormai mesi fa dalla famiglia Setten in vista di un piano di riconversione che è già pubblicizzato da tempo nei siti delle offerte immobiliari.
Le vendite sulla carta
Le proposte di vendita ancor prima dell’ok ai piani, perché il mercato sa che la Restera, l’Alzaia di Treviso e il Sile in generale sono degli attrattori di interesse e dei moltiplicatori di incassi.
Lo prova il successo del Bosco Verticale, venduto tutto ancor prima della fine del cantiere a cifre da capogiro (dettaglio che ha reso ancor più spinoso il contenzioso perso al Tar e poi salvato dal Consiglio di Stato), ma anche i due milioni di euro a cui viene venduta la porzione di una casa di recente ristrutturazione con affaccio sul Sile. E così pure gli altri progetti lungo fiume, dall’attuale Mandelli alla futura ex Enel.
Proprio per questo dall’opposizione la presa di posizione è netta: «Il progetto edilizio in via di approvazione lungo l’Alzaia del Sile non è un caso isolato, ma il segno di una trasformazione più ampia che sta interessando il quartiere di Fiera: una gentrificazione silenziosa, che rischia di compromettere l’identità dei luoghi e di accentuare dinamiche di esclusione» dice Zabai, «gli investimenti privati sono i benvenuti, ma non possono essere autorizzati in modo acritico quando stravolgono il contesto in cui si inseriscono».
La richiesta dell'opposizione
Di qui la richiesta: «Propongo che si avvii un percorso per dotare l’area della Restera di una normativa urbanistica specifica, capace di tutelare il contesto, indirizzare gli investimenti e garantire un equilibrio tra interesse pubblico e iniziativa privata».
A chiedete tutele e approfondimenti sul piano anche Coalizione Civica. «Mi sembra esistano una serie di ragioni rilevanti per chiedere all’amministrazione di intervenire nel procedimento autorizzativo della nuova edificazione in questione per bloccarlo fino a che tutti gli aspetti messi in evidenza non siano stati adeguatamente valutati» dice Luigi Calesso. —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso