Altana, fatturato giù e rischio di esuberi

PAESE. Rischio esuberi per il gruppo leader nell’abbigliamento da bambino, Altana: è atteso per dicembre il piano di ristrutturazione.
Secondo un progetto da poco realizzato dall’università Ca’ Foscari di Venezi con la Regione e Confindustria Veneto, sarebbe tra le circa 400 aziende venete “antifragili”, che non hanno subito la crisi ma che addirittura sono riuscire a crescere. Eppure in Altana, il colosso del kidswear di Padernello di Paese guidato da Marina Salamon e Barbara Donadon, i segnali di “incertezza” si avvertono da tempo. O almeno dal 2013, quando si è registrato il primo significativo calo di fatturato a cui si è aggiunta a fine 2013 la fine (naturale) della joint-venture avviata nel 2009 con Moncler: il colosso dei piumini ha deciso di accentrare in house l’abbigliamento per bambino.
Dopo anni di crescita costante (il fatturato di Altana Spa è aumentato del 489%, passando dai 18 milioni di euro registrati nel 2004 ai 106 milioni di euro nel 2012) il 2013 si è chiuso con ricavi attorno agli 89 milioni di euro. Un risultato che ha richiesto l’attivazione di un primo piano di ristrutturazione, a gennaio di quest’anno, che ha portato alla determinazione di una trentina di esuberi su un totale di circa 150 dipendenti, gestiti grazie al ricorso ad ammortizzatori sociali, nello specifico i contratti si solidarietà.
Ma evidentemente non è bastato: a dicembre è previsto l’incontro tra le parti sindacali e la proprietà per discutere di un nuovo piano di ristrutturazione. Ieri la notizia è stata comunicata ai lavoratori nel corso di un’assemblea. È ancora presto per definire con certezza l’entità degli esuberi, alcuni parlano di circa un terzo del personale in eccesso. «Non siamo in grado di indicare il numero di persone coinvolte», spiega l’amministratore delegato di Altana, Barbara Donadon, confermando il confronto sindacale in atto, «e speriamo di poterlo fare entro la fine di quest’anno, contestualmente alla presentazione del nuovo piano industriale».
Davanti ai lavoratori dunque ancora settimane di attesa prima di conoscere quale sarà il loro destino. Solo pochi giorni fa era stata annunciata la nuova alleanza tra il gruppo di abbigliamento da bambino Altana e la Forest, che incorpora i marchi Save the Duck e Ganesh. Si tratta di un’intesa che vuole l’acquisizione da parte di Altana del 51% della Forest, che detiene il marchio di piumini Save the Duck, lanciato nel 2012 da Nicolas Bargi. Perfezionato l’acquisto, Altana curerà gli aspetti finanziari, logistici e amministrativi. La direzione creativa, la produzione, la comunicazione e le strategie marketing-commerciali del brand resteranno, invece, interamente gestite da Nicolas Bargi. Save the Duck nel 2013 ha registrato un fatturato di 6 milioni di euro, realizzati per il 75% in Italia, prevede di chiudere il 2014 a quota 12 milioni e di arrivare a 20 milioni nel 2015.
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