Allarme veleni dal Nerbon al Sile Scatta il blitz sulla Trevisomare
Arpav e carabinieri in sopralluogo dopo la segnalazione di guardie volontarie Fipsas ed Ente Parco Si sospetta la perdita dalla condotta di una vicina stazione di servizio. Prelevati campioni dalle acque

SILEA. Una lunga scia di acqua nera come la pece. I volontari della Fipsas che affiancano l’Ente Parco nei monitoraggi lungo l’asta del Sile, e non solo lì, l’hanno intercettata in tarda mattinata proprio alla confluenza tra Nerbon e Sile, a loro volta sollecitati da chi chiedeva cosa fosse quella grande lingua d’acqua nera. Da lì hanno iniziato a risalire il Nerbon cercando la fonte ed hanno percorso più strada di quanta immaginassero. Dal Sile sono arrivati alla TrevisoMare da dove hanno lanciato l’allarme.
L’acqua del Nerbon, a ridosso della rotonda ai piedi del cavalcavia sull’A27, era una densa pozza nera. Sul posto sono arrivati i tecnici del Comune di Silea, i responsabili di Arpav, ma anche una pattuglia dei carabinieri, una della locale e una mezzo dei forestali, oggi diventati braccio ambientale dell’Arma. «Qui a valle più volte sono stati segnalati pesci morti» hanno spiegato gli intervenuti in zona, l’ultimo episodio proprio due giorni fa quando alcuni residenti hanno scoperto pesci che galleggiavano senza vita ed hanno allertato le guardie Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquea) «e anche il fenomeno dell’acqua pare fosse già stato segnalato».
Risalendo la corrente i tecnici sono arrivati ad intercettare una possibile fonte, l’autolavaggio di cisterne e mezzi pesanti Trevisomare Servizi, dove i carabinieri e il personale di Arpav ha fato un sopralluogo e prelevato dei campioni di acqua dalla bocca dello scarico diretto sul Nerbon.
I titolari hanno lamentato un guasto al sistema di raccolta delle acque, indicando in questo la possibile origine del versamento, ora toccherà alle verifiche delle autorità e dei laboratori stabilire quale sia la verità su quanto accaduto e soprattutto se via sia pericolo per l’ambiente.
Che la situazione fosse tesa, ieri pomeriggio all’autostazione, è testimoniato anche dallo scontra tra responsabili della stazione e un cameraman di Antenna3 che era andato in zona per documentare l’accaduto e invitato, senza mezzi termini, a girare a largo.
Ci vorranno alcuni giorni per venire a capo di quanto accaduto. Anche il Comune intanto pare intenzionato a tenere monitorato il fenomeno. Stessa cosa per l’Ente parco che ieri ha chiesto rapidamente l’intervento di tutti per verificare e arginare lo sversamento. «Non è la prima volta che lungo il Sile ci troviamo davanti avvenimenti simili» dice Ruggero Sartorato, membro della giunta esecutiva del Parco, «ma non è mai semplice nè agire per punire eventuali responsabilità, nè intercettare i responsabili. Grazie al sostegno dei volontari Fipsas riusciamo ad effettuare un controllo più ampio, ma il bacino che afferisce al Sile e lo stesso Sile avrebbero bisogno di una capacità operativa che non abbiamo».
Recentemente, un inquinamento simile a quello intercettato ieri, era stato scoperto anche nella zona di via Claudia Augusta, tra Treviso e Roncade. Difficile però anche lì stabilire cause e responsabilità.
Di ieri la notizia che proprio nelle acque dei fiumi di Marca (Monticano, Zero, Melma, Crevada e pure Sile) Arpav abbia riscontrato valori di diserbanti ben sopra il consentito.
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