Allarme caldo a Treviso, encefalite da zecche ed intossicazioni per i cibi avariati

Allarme dei medici specie per la zona collinare e montana del Trevigiano e del Bellunese

TREVISO. Treviso bolle a quaranta gradi. È allerta caldo in tutti i Pronto Soccorso della Marca, oltre ai malori da disidratazione ora compaiono anche gastroenteriti da cibi avariati e infezioni causate dal morso di zecca. Ieri nel distretto di Pieve di Soligo il primo caso di encefalite (Tbe) provocata dal pericoloso parassita. La diagnosi non ha lasciato spazio a dubbi: infezione virale del sistema nervoso, immediato il ricovero del paziente e l’avvio della terapia farmacologica.

Da inizio anno nella Pedemontana sono stati registrati anche 6 casi di borreliosi di Lyme, altra malattia batterica legata alle zecche che porta con sé febbre, emicrania, a volte anche disturbi cardiovascolari e neurologici. Secondo gli esperti questo è un altro effetto dei mutamenti climatici che impatta sulla salute dell’uomo. Le premesse per fare del 2019 un’annata da record ci sono tutte.

IL BILANCIO. «Annualmente abbiamo una decina di casi di infezioni da puntura di zecca ma il quadro odierno è più allarmante rispetto al passato: già sei casi di Lyme e una encefalite nel distretto di Pieve di Soligo, e siamo solo a metà stagione, molto probabilmente supereremo la media» sottolinea la dottoressa Ester Chermaz del Servizio Igiene e Sanità Pubblica.

Osservata speciale l’area della Pedemontana trevigiana, tra le località di Miane, Mareno, Vittorio Veneto, Follina e Cordignano è stata rilevata da tempo la presenza di insetti infetti. Stessa situazione sulle Prealpi Bellunesi. Umidità e alte temperature stanno favorendo lo sviluppo delle zecche e l’insorgenza di patologie correlate quali Tbe, borreliosi ma anche anaplasmosi ed ehrilichiosi che possono essere confuse con sindromi parainfluenzali estive.

Un’emergenza che è stata presa in seria considerazione da Regione e aziende sanitarie. Per prevenire l’aumento delle malattie da zecca l’Usl 2 fornisce il vaccino anti-Tbe a prezzo calmierato. «Adulti e bambini pagano 25 euro a dose, anziché 38 e 28 euro rispettivamente» conclude la dottoressa Chermaz. Con tre somministrazioni il sistema immunitario forma una valida barriera protettiva contro il rischio di encefalite Tbe. La profilassi è consigliata a tutti gli amanti della montagna, escursionisti, raccoglitori di funghi e appassionati del trekking.

ATTENZIONE AI CIBI. Con il grande caldo c’è un altro fronte che da ieri sta impegnando il Pronto Soccorso del Ca’Foncello: le intossicazioni da cibo andato a male. Il dottor Matteo Pistorello, primario del Ps trevigiano, lancia un appello: «Attenzione alla pulizia, alla cottura e alla conservazione degli alimenti. Lattici, carne, pesce, uova, non vanno lasciati fuori dal frigorifero a lungo, perché con il caldo i batteri proliferano a grande velocità e possono causare problemi alla salute».

Nel frattempo, la rete della medicina territoriale sorveglia la situazione dei 200mila over 65 trevigiani a rischio colpo di calore. Per chi non ha il condizionatore a casa sono aperte tutti i giorni gratuitamente dalle 9 alle 18 le residenze dell’Israa: Salce, Rosa Zalivani, Città di Treviso e Menegazzi. Per info. ospitalità 0422 414750.


 

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