Alla Porta di Alberto apre Chef Tartaglia «A Treviso sogno la stella Michelin»

Sogna di riportare in città la stella Michelin spentasi con Brutto, ma soprattutto di poterla finalmente cucire sulla sua giubba da cuoco dopo aver lavorato a lungo per grandi chef e grandi cucine. Lui è “Chef Tartaglia”, all’anagrafe Luca Tartaglia, 30 anni compiuti, e la maggior parte passata tra i fornelli. Una passione la sua, maturata fin da ragazzo, poi trasformatasi in classe, con quel guizzo di genialità che rende unici i piatti, anche quelli di tutti i giorni.
Le sue ultime esperienze sono state lo Zanze XVI a Venezia che ha contribuito a rilanciare, e il Particolare a Siena, dove il menù porta ancora il suo nome. Prima c’è stato l’Astrance di Pascal Barbot, a Parigi, di cui è stato secondo chef. Un nome che vale una garanzia: tre stelle Michelin dal 2007 al 2019, ancor oggi uno dei templi della cucina europea. Ora arriva a Treviso, con tanta esperienza alle spalle, il sogno di conquistare il riconoscimento più importante della cucina mondiale, ma soprattutto la «voglia di fare finalmente qualcosa di mio».
Il suo ristorante si chiamerà “Pierre”, e verrà allestito per metà marzo negli spazi de “la Porta di Alberto”, per anni uno dei luoghi del mangiar bene pesce. «Sarà la mia prima volta da solo, la mia prima impresa, ho deciso di fare il salto conscio di aver fatto tantissima gavetta e tantissime esperienze, e di avere le carte per giocare ad un tavolo tutto mio, con le mie idee e le mie invenzioni». La ricetta per il “Pierre” sarà quella di rivisitare la tradizione delle osterie in chiave moderna, «Cucinerò con prodotti a km zero, presi al mercato delle verdure di Treviso e nella Pescheria del centro, proponendo piatti noti, ma nuovi. Ci sono pochi posti che lo facciano, in città manca una cucina davvero moderna» spiega Tartaglia, «voglio proporla, cucendola e cucinandola, diciamo così, sartorialmente per ogni cliente».
E la sua è anche, ovviamente, una sfida al Covid. «Aprire in questo momento non è facile» ammette, «ma vogliamo iniziare proprio da qui, anche solo con i pranzi se non ci permetteranno di aprire a cena. E nel caso» annuncia, «abbiamo già una linea pronta anche per l’asporto».
Daniela Bettiol e Arianna Mattiuzzo, “maestre del commercio”, colonne portanti della Porta di Alberto, dopo trent’anni di cucina e ottima ristorazione passano la mano al ristorante, ma non si fermano, anzi: «Avevamo voglia di cambiare» racconta Daniela, «continueremo l’attività nel bar Romeo di Santa Maria del Rovere (storico bancone del quartiere, ndr) e a breve apriremo una nuova attività a Varago, poco dopo la chiesa, una pizzeria da asporto in cui vogliamo tradurre tutta la nostra passione e conoscenza. Ingredienti e pasta biologici e tanta creatività».—
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