Alberto Angela porta "Ulisse" a Treviso e svela San Pietro

TREVISO. Alberto Angela, paleontologo, divulgatore scientifico, scrittore, giornalista, e inimitabile anchorman di Ulisse, il piacere della scoperta, porta questa settimana il suo ultimo libro “San Pietro” (431 pagine, 22,00 euro, Rizzoli editore) in un bel tour di presentazione nel Friuli e nel Veneto con particolare attenzione alla Marca Trevigiana, in cui si prevede il pienone nelle varie varie tappe (ben quattro).
Gli appuntamenti/ Si comincia oggi alle 15,30 al cinema Hesperia di Castelfranco a cura della Libreria Massaroi e si prosegue, sempre oggi ma in serata dalle 20.45 al Teatro Eden in via Monterumici a Treviso.
Domani mattina Alberto Angela dalle 11 sarà nell’auditorium di Fondazione Cassamarca, all’Appiani di Treviso per incontrare gli studenti del Liceo classico “Canova”. Quindi venerdì 18 alle 20.45 sarà la volta del Palamazzalovo di Montebelluna, nell’incontro organizzato dalla Libreria Zanetti. Tutti gli incontri sono ad ingresso libero. Il lungo tour trevigiano dà modo di dialogare con Alberto Angela sul senso della sua pubblicazione e sul suo ruolo di “divulgatore culturale” della televisione pubblica.

L'INTERVISTA
Come mai la basilica di "San Pietro”?
«Perchè è un luogo unico, che mette in fila duemila anni di storia e di arte e non costituisce testimonianza di un periodo o di uno stile, come ad esempio Nostre Dame de Paris, o altre opere di valore. Ecco, direi che se dovessimo raccontare la storia dell'umanità lo si dovrebbe fare proprio partendo dalla Basilica di San Pietro».
C'è molto interesse nel pubblico che incontra verso il suo lavoro di ricerca tra natura e storia?
«Me lo confermano le conversazioni che si aprono. C'è curiosità, fioccano le domande, di giovani e anziani indifferentemente. Per me lo studio della storia è essenziale per capire la società in cui ci si muove e il passato ci può aiutare a capire il presente e a progettare il futuro».
Il rapporto con suo padre? «Ottimo, lui fa il giornalistsa, io il ricercatore non interferiamo, ma collaboriamo».
Cosa la ispira di più nel suo lavoro: la passione o la professione?
«Direi che se non c'è l'una, manca anche l'altra. Ritengo che l'esempio del cavallo e del cavaliere calzi a puntino».
Da dove trae origine la sua apprezzata dote di divulgatore televisivo?
«Dalla gavetta. Per oltre dieci anni ho svolto un’attività di scavo e di ricerca archeologica sul campo, partecipando a spedizioni internazionali alla scoperta dei resti fossili di antenati dell’uomo nell'allora Zaire, oggi Repubblica democratica del Congo, ed anche in Tanzania, nell'Oman, in Etiopia e nel deserto del Gobi in Mongolia».
E poi è arrivato il piccolo schermo...
«Per quanto si possa dire che ho seguito le orme di mio padre, i miei esordi sono stati fortunosi, non legati a lui. Io, infatti, ho cominciato a lavorare come conduttore di una serie in dodici puntate a carattere di divulgazione scientifica trasmesse dalla Televisione Svizzera Italiana. E la serie, che è piaciuta, è stata quinbi riproposta in Italia da Telemontecarlo. E così mi sono fatto conoscere anche dal pubblico del mio paese».
Informazioni sugli incontri di Castelfranco e Treviso: telefono 0423.497998, email info@libreriamassaro.it, http://www.libreriamassaro.it.
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