Tre ladri incappucciati entrano nella villetta: messi in fuga dalle urla
L’episodio in pieno giorno ad Albaredo. I malviventi hanno suonato e, non avendo risposta, hanno cercato di entrare per rubare. Poi la fuga. Sul posto i carabinieri

Attimi di autentica paura giovedì mattina, 12 giugno, verso le 11.30 quando una signora all’interno della sua abitazione si è trovata davanti i ladri incappucciati. Le urla della donna li hanno indotti a scappare. È accaduto nella centralissima via Stazione ad Albaredo a pochi passi dal Ristorante Pizzeria “Corona d’Oro”.
I tre, sulla quarantina stando a quanto riferito dalla donna, hanno lasciato l’auto parcheggiata lungo la strada appena fuori dall’abitazione e uno di loro è uscito e ha suonato il campanello in una villetta dove abitano quattro persone. Nessuno ha aperto ed i tre, credendo che in casa non ci fosse nessuno, hanno estratto dal baule del veicolo di colore beige un arnese tipo piede di porco.
Con qualche colpo sono riusciti ad aprire il cancello e poi hanno scassinato la porta d’entrata. Ma una volta dentro, hanno trovato la signora che, impaurita, si è messa ad urlare salendo le scale e uscendo nel poggiolo di sopra per chiedere aiuto. Nonostante l’ora del giorno nessuno l’ha sentito, ma quell’urlare a squarciagola ha indotto i tre a fuggire a bordo della stessa auto.
L’azione dei tre è stata fulminea: in pochissimo tempo hanno aperto il cancello e poco dopo la porta d’entrata. Si sono incappucciati per il timore di essere ripresi da qualche telecamera.
La donna all’incirca sui sessanta anni è rimasta sotto choc. Dei tre ladri ancora nessuna traccia anche se sul posto pochi attimi dopo sono arrivati i carabinieri. Poco lontano a quell’ora c’era anche il titolare della “Corona d’Oro” che però non ha sentito nulla, poco lontano anche un altro proprietario di una casa li vicino, che stava lavorando in giardino. La notizia dopo qualche ora era già su whatsApp, attraverso i gruppi del vicinato, anche per avvisare altri residenti della frazione di quanto successo.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso