Al Turazza un ostello per la gioventù

Il piano dell’Ipab per gli spazi liberati dalla scuola professionale. Stanze a prezzi low, ma anche aule e “casa dello studente”
Di Federico De Wolanski
PASSERINI TREVISO ASSESORRI E CONSIGLIERI AL PRIMO CONSIGLIO COMUNALE A PALAZZO DEI 300, IN FOTO DOTTO ANTONIO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM
PASSERINI TREVISO ASSESORRI E CONSIGLIERI AL PRIMO CONSIGLIO COMUNALE A PALAZZO DEI 300, IN FOTO DOTTO ANTONIO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM

Un ostello della gioventù che accolga a Treviso ragazze e ragazzi in viaggio, ma anche famiglie, a prezzi bassi. Aule studio per studenti universitari, una vera e propria “casa dello studente” con stanze e refettorio sulla linea di quelle che già oggi caratterizzano le città universitarie come Padova e Venezia. Eccolo il futuro del “Turazza”, tra San Nicolò e l’istituto Riccati di piazza Vittoria, il maxi compendio immobiliare che fino ad oggi è stato occupato dalle aule dell’omonimo istituto professionale guidato dai frati Giuseppini del Murialdo e dalla loro associazione formativa Engim.

La scuola ha acquistato e ristrutturato l’ex ipsia Giorgi di via Da Milano a Fiera. Vi si trasferirà da settembre lasciando libero l’immobile nel cuore di Treviso dove fino a quest’anno gravitavano oltre 550 studenti e relativi docenti. L’ipab Appiani-Turazza, proprietario di tutti gli spazi, in previsione del trasloco ha ragionato sul futuro dell’immobile per mesi. E nel corso dell’ultimo consiglio di amministrazione - la settimana scorsa - ha decretato il suo obiettivo: «trasformare gli spazi dell’istituto professionale in spazi a servizio per i giovani, gli studenti e le famiglie» spiega il presidente dell’Ipab Antonio Dotto, «il piano è quello di creare una struttura di accoglienza dedicata ai ragazzi per rispondere a una richiesta che esiste, ma in città oggi non trova soluzione se non in nove soli posti letto a basso costo». Una struttura che manca da sempre a Treviso dove il turismo dei giovanissimi ha sempre trovato proposte d’accoglienza, ma mai edifici con cameroni, bagni, lavatrici, cucina comune etc così come avviene altrove (c’è un ostello della gioventù a Venezia, in Giudecca, c’è a Padova alla Specola, c’è in tante altre città italiane). «Intendiamo accogliere a prezzo popolare giovani turisti , ma anche famiglie» aggiunge poi Dotto, «dando loro la possibilità di pernottare comodamente, in un ambiente misto, senza troppe spese o vezzi e con le giuste comodità». All’europea insomma.

Ma non ci sarà solo turismo. Per il futuro del Turazza l’ipab ha pensato in grande. «Il consiglio di amministrazione ha approvato un piano che prevede la realizzazione di spazi a vantaggio degli studenti universitari del Quartiere Latino» continua il presidente dell’Ipab, «aule studio ma anche un refettorio e delle stanze per alloggiare durante il periodo delle lezioni». Il Turazza diventerebbe così un mini-campus nel centro di Treviso, con spazi studio e “casa dello studente”. Lo spazio non manca, il pubblico nemmeno. L’unica remora è l’uscita di scena dello Iuav che poteva essere un altro volano di interessi e ospiti.

L’ipotesi progettuale deve essere ancora tradotta in un piano economico e finanziario vero e proprio, specificano dal Turazza, «ma l’abbiamo presentata all’amministrazione e la risposta è stata entusiasta», sottolinea Dotto, «plauso sia da Manildo che dall’assessore all’urbanistica Camolei». Ora, una volta tradotte le idee in un programma di interventi e investimenti, la proposta progettuale verrà spedita all’attenzione di Comune e Regione per il via libera. Tempi? Lunghi, va detto, ma non biblici.

Dopo aver sondato inutilmente l’ipotesi di accogliere vicino San Nicolò anche uffici e laboratori del distretto sanitario (quello che l’Usl 9 intende trasferire da Borgo Cavalli e che in accordo col comune ha deciso di non portare alla Cittadella ma tenere in centro), l’Ipab ha deciso di puntare tutto sul sociale, su giovani e coppie mantenendo gli accordi che oggi accolgono nel compendio anche l’asilo Bimbinsieme e il centro disabili. «La città ne ha bisogno» sottolinea Dotto, «il Turazza non diventerà un buco nero del centro storico, anzi».

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