«Aiutatemi a trovare casa per mia sorella Brigida»

Appello del fratello della donna che vive da due mesi al Pronto soccorso I ricordi di gioventù, quando sfilava come modella sulle passerelle più importanti
TOME' TREVISO IN FOTO BRIGIDA SAVIO CHE VIVE IN SALA D'ATTESA DEL PRONTO SOCCORSO OSPEDALE CA' FONCELLO
TOME' TREVISO IN FOTO BRIGIDA SAVIO CHE VIVE IN SALA D'ATTESA DEL PRONTO SOCCORSO OSPEDALE CA' FONCELLO

«Aiutatemi a trovare una casa a Brigida». L'appello disperato arriva direttamente da Terenzio Savio, fratello di Brigida, la donna che vive da due mesi nella sala d'attesa del Pronto soccorso del Ca’ Foncello per sua libera scelta, questo almeno dice l’interessata.

«Sono disperato e chiedo che le istituzioni mi aiutino a risolvere la terribile situazione di mia sorella», dice Terenzio Savio, «Brigida ha bisogno di un aiuto. Io sono anziano e con difficoltà motorie e non riesco a inseguirla per portarla a casa».

La vicenda di Brigida ha commosso i trevigiani che esprimono solidarietà alla donna che dispensa sorrisi nella sala d’aspetto del Ca’ Foncello. La situazione di Brigida si delinea col passare delle ore grazie alla testimonianza del fratello. «Mia sorella ha bisogno di un sostegno psicologico», continua il fratello Terenzio, «la sua situazione è la stessa da ben 16 anni. Nel 1996 è mancato mio padre e da allora lei ha iniziato a vivere per strada. Non ha una casa ed è senza un soldo. Ma da me non vuole stare». La vita di Brigida ha dell'incredibile: dalle passerelle dell'alta moda, alla vita di povertà e vagabondaggio in giro per l'Italia.

La gioventù da modella che racconta la trevigiana? Tutto vero e non solo: la movida a Montecarlo, le frequentazioni con i vip e le luci della ribalta sono confermate proprio dal fratello. E ancora: soldi, sfilate, viaggi e tanta felicità come sottolinea la famiglia. «Brigida era felice e ha avuto una gioventù splendida», continua il fratello, «Ma poi ha perso tutto a causa di frequentazioni sbagliate e uno stile di vita disordinato». Dopo la morte del padre è cominciato il declino psicologico della donna e la successiva povertà: la necessità iniziale di vivere per strada diventa per Brigida un obbligo perché una casa dove tornare la sera non ce l'ha più.

«Ha perso anche la casa», conclude il fratello, «non è in grado di gestire il denaro. Noi le abbiamo offerto il nostro aiuto ma non lo vuole».

Brigida ha bisogno di un sostegno concreto da parte delle istituzioni: «L'unica cosa che chiediamo è che qualcuno ci aiuti a trovarle un tetto e che la convinca a stare a casa», conclude Terenzio Savio, «Noi fratelli siamo disposti a pagare, ma abbiamo bisogno che uno specialista la convinca a venir via dalla strada e la prenda in cura. Tra qualche mese inizia l'estate e lei tornerà a dormire all'aperto».

La strada ora non è più un luogo sicuro per Brigida, che ha 78 anni e non 60 come dice lei: l'estate scorsa è stata picchiata diverse volte da delinquenti di passaggio mentre dormiva all'aperto ed è stata salvata dall'intervento tempestivo delle forze dell'ordine. Insomma: Brigida deve essere aiutata.

Elisa Adamo

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