Ahlam: «Non temo i leoni della tastiera»

La modella marocchina è entrata nel cast di “Colorado” (Italia Uno). Insulti e minacce continuano
MONTEBELLUNA. Ahlam El Brinis, 22 anni, è la modella padovana di origini marocchine che ha vissuto anche a Montebelluna e che nel 2015 vinse la fascia di Miss Eleganza al concorso che ogni anno premia la più bella d’Italia. Sono passati oltre due anni da quando sono cominciate minacce e insulti nei suoi confronti da parte degli islamici “radicali”, intanto Ahlam si sta togliendo belle soddisfazioni: da qualche settimana è entrata a far parte del cast del programma Colorado di Mediaset (Italia Uno).


La popolarità che aveva raggiunto con la partecipazione a Miss Italia nel 2015 aveva portato con sé anche qualche aspetto negativo...


«In quell’occasione ero stata criticata su due fronti, io, italiana di nascita e marocchina di origine. C’era chi non accettava la partecipazione di una ragazza straniera e, peggio ancora, chi non acconsentiva che una donna musulmana si mettesse in mostra in un concorso. Mi hanno presa di mira attraverso i social, insultata perché, secondo queste persone, non rispettavo i precetti della religione musulmana».


Lei è praticante?


«Non sono praticante, ma credo nel mio Dio. Mia nonna mi ha sempre detto che “la fede sta nei cuori e non nei costumi” e questo è quello che penso anch’io. La moralità di una persona non va giudicata dal suo modo di vestire e io, anche se posto sui social foto in costume, sono una persona seria che vive secondo i valori trasmessi dalla mia famiglia».


Che ruolo hanno avuto i suoi genitori nel percorso di emancipazione?


«Mia mamma e mio papà sono arrivati in Italia circa 25 anni fa, hanno avuto me e mio fratello. Mi hanno cresciuta insegnandomi educazione e valori e spingendomi a seguire sempre i miei obbiettivi senza mancare di rispetto agli altri. I miei genitori hanno avuto due figli in Italia, io e mio fratello. Si sono separati e riaccompagnati. Da circa un anno e mezzo è nato il mio secondo fratellino che io adoro. Mi hanno insegnato a sentirmi libera».


Come sta vivendo l’esperienza professionale di Colorado?


«A Colorado mi trovo molto bene, anche con le altre ragazze del gruppo. A Milano mi sono inserita, ho trovato casa e sono qui fissa. Spero che questa esperienza rappresenti un trampolino di lancio per il mio lavoro. Gli insulti tramite social continuano, ma non voglio più prestarci attenzione. Il mio obiettivo l’ho chiaro in mente e non saranno di certo queste persone a farmi cambiare idea dopo tanti sacrifici già fatti. Dietro la tastiera di un computer sono tutti leoni».


Difficile vivere in Italia?


«Alcune persone di religione musulmana mi coprono di insulti per il lavoro che faccio e questa è cosa nota. Purtroppo mi è capitato anche il contrario. Un giorno mi sono fermata in auto a una stazione di rifornimento e il benzinaio, invece di farmi il pieno di benzina, mi ha fissata e si è messo a cantare la preghierina facendosi il segno della croce. Eppure non sono l'anticristo e non sto pensando di farmi esplodere».


Cosa si sente di dire alle tante ragazze di religione musulmana che le hanno scritto in questi anni confessandole di sentirsi in gabbia?


«Quando il perché è forte, il come si trova sempre».


Silvia Ceschin


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