Advar, Mancini ancora presidente

La continuità nell’associazione, con la rielezione a presidente di Anna Mancini Rizzo tti, la fondatrice. E una svolta importante negli assetti organizzativi: l’Advar, 28 anni dopo aver visto la luce, completa il passaggio di hospice e assistenza alla Fondazione, e si concentra sul lavoro dei volontari e sul supporto all’assistenza. Un riassetto operativo e gestionale resosi necessario dalle nuove norme che regolano le associazioni che hanno convenzioni con Regione e Usl, come appunto la realtà intitolata ad Alberto Rizzotti.
Il passaggio è stato sancito dall’assemblea dei soci (presente la stragrande maggioranza), l’altro pomeriggio nell’auditorium della casa dei Gelsi, l’hospice.
Sono stati eletti nel direttivo Anna Mancini Rizzotti (all’unanimità), Maria Eufrasia Valori, Antonella Ruberti, Piergiorgio Tiveron, Carla Onofri, Graziella D’Avella e Giuseppe Allegro. Quest’ ultimo in rappresentanza del gruppo di auto aiuto «Rimanere Insieme», autore di una toccante lettera che ha commosso i soci. Quindi Anna Mancini Rizzotti è stata rieletta presidente dell’associazione, da lei creata nel 1988, e che oggi conta una sede a Oderzo e un’altra a Motta di Livenza, mentre Eufrasia Valori è stata eletta vicepresidente.
Nella sua relazione la presidente è passata dal bilancio (in attivo di circa 200 mila euro) ai diversi fronti dell’attività, imperniate sull’assistenza ai malati terminali e sulla dignità della vita fino all’estrema soglia, ma che si sono estese in questi anni al sostegno per chi ha avuto lutti, alla formazione culturale e a quella dei volontari (l’edizione numero 17 vede la partecipazione di 80 volontari), alla promozione della cultura delle cure palliative e dei temi di bioetica.
Nel programma dell’associazione, ora, la priorità resta il completamento dell’hospice «Casa dei Gelsi» in via Fossaggera - i lavori proseguono, siamo oltre i due terzi del «cammino» dell’ampliamento – ma c’è un fronte che richiederà un maggiore impegno. Aumentano infatti i lasciti, anche in vita, i testamenti, le donazioni. Come quella di un piccolo negozio in centro storico, che l’associazione ha messo in vendita per finanziare l’attività. E dietro le quinte, gesti di grandissima solidarietà di anonimi (una coppia, da anni, versa assegni a cinque zeri, frutto di una colletta, e si stupisce dei ringraziamenti di tutti). La catena della solidarietà è enorme, in tutto il territorio. Nella relazione, infine, Anna Mancini ha voluto salutare e ringraziare Maria Tombacco e Francesca Miotto, infermiere e pioniere dell’assistenza domiciliare, andate in pensione.
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