Addio Chiari & Forti va all’asta per 12,3 milioni

SILEA. Quel giorno potrebbe nascere una nuova Chiari & Forti. Il 15 ottobre va all’asta l’ex complesso industriale, con il progetto, i permessi a costruire, e quel poco che all’interno è già stato fatto (demolizioni e poco altro). Si chiude così un capitolo della storia di Silea. Sulla sponde del Sile per anni la Chiari & Forti è stato un simbolo del Nordest che produce, con l’insegna dell’Olio Cuore a svettare, del benessere; poi è diventata succulenta occasione immobiliare, speculazione secondo altri. Ora è, senza dubbio, un fallimento.
Cosa sarà in futuro, lo si potrà intuire il 15 ottobre. Quel giorno si terrà l’asta per la vendita dell’area, nello studio romano del liquidatore giudiziale Alessandro Ireneo Baratta. La base d’asta per l’area della Chiari & Forti è stata fissata a 12,3 milioni di euro. Circa la metà di quanto l’ex ad di Acqua Pia Antica Marcia, Francesco Bellavista Caltagirone, l’aveva pagata a Giulio Malgara. Il Tribunale di Roma ha approvato in primavera la proposta di concordato preventivo della Silea Parco, la società di diretta emanazione di Acqua Marcia, che aveva acquisito l’area sulle sponde del Sile. La società è sta trascinata nel crollo dell’impero immobiliare di Caltagirone, coinvolto in diverse inchieste giudiziarie a Milano e a Imperia. Da lì sono cominciati i guai, con la banche che hanno chiuso i rubinetti, e il mercato che non ha dato alcuna chance alla vendita di asset fondamentali.
Chi certo non sorride sono i creditori, che pure nel 60% dei casi hanno votato a favore della proposta di concordato. Con la drastica riduzione del valore dell’area, cala anche la possibilità di vederli soddisfatti. Nella proposta iniziale avanzata da Acqua Marcia si contemplava un rimborso del 100% delle cifre dovute ai creditori privilegiati, e del 57% ai chirografari. Ma in quella proposta l’area era stata valutata 23,7 milioni. Chi aveva realizzato la stima per conto della Silea Parco si era affidato solo alle informazioni fornitegli dalla società stessa. Incaricata dal commissario un'altra società, ne è emerso un valore dimezzato: 12.332.000. Il perché è presto detto. Il debito complessivo della Silea parco ammonta a 43 milioni, di cui 16 dovuti a Acqua Marcia che vi ha rinunciato. Ma ne restano 27 da recuperare. Per immaginare un rilancio dell’area sarà probabilmente necessario rivedere anche i progetti. I 220 mila metri cubi edificabili potrebbero essere dimezzati, visto che il mega progetto è oggettivamente poco in linea con la situazione del mercato immobiliare. Inoltre potrebbe essere parzialmente convertito ampliando il commerciale. Ma oltre alle banche e ai professionisti, anche il Comune di Silea vede il conto salire. A dicembre solo di Imu e Ici, il credito sarà di 800 mila euro.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso