Addio Bubu, ferraiolo e anguriaro. Colletta per i funerali

Se n’è andato «Bubu». L’uomo del ferrovecchio e delle angurie, uno degli ultimi personaggi della città. Lo ha tradito il cuore, in un letto di ospedale dov’era stato ricoverato per il nuovo ennesimo scompenso. Pochi mesi fa aveva superato a fatica una broncopolmonite.
Per l’anagrafe era Claudio Gobbo, ma solo per quella. Bubu è stato più di un personaggio; un amico della notte, capace di regalare risate e momenti di grande convivialità. Un buono, che si fidava di tutti, e per questo talvolta ha finito per trovarsi nei guai.
«Era un pezzo di pane, incapace di far del male a una mosca – conferma Moreno Fiabon, che per anni lo ha avuto come aiutante al chiosco delle angurie di San Tomaso - la sua simpatia era innata, come la sua generosità».
Il suo motocarro era inconfondibile. L’Ape non era solo il mezzo di lavoro, per caricare ferro e rame (memorabile lo scherzo di chi gli propose una montagna di rame con cui fare soldi: ahimè, erano le dialettali ramaglie) o svuotare garage e magazzini, o compiere piccoli trasporti. Poteva dare passaggi nel cuore della notte agli ultimi nottambuli o animare le serate estive delle compagnie. Claudio lascia il papà Luigi, i fratelli Giampaolo, Walter, le cognate e i nipoti.
I funerali si terranno martedì alle 10.15, alla chiesa di Dosson: partenza alle 10 dell’obitorio. Il giorno di San Valentino: a lui, che sull’amore regalava battute, caricature e meditazioni fuori dagli schemi, anche quando raccontava delle sue avventure, non sarebbe dispiaciuto. Ma certo non così prematuramente...
Niente fiori, chiede la famiglia: con la colletta è possibile contribuire al pagamento delle esequie, come precisa l’epigrafe. Addio, Bubu: senz’altro c’è del ferro vecchio anche in Paradiso.
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