Addio a Toni Spagnol: era il re dei mobili

L’imprenditore 76enne si è spento nella sua casa di Vidor: fabbriche chiuse per lutto fino ai funerali di domani alle 16
Di Andrea De Polo

VIDOR. Si è spento a 76 anni Antonio Spagnol: il Quartier del Piave perde uno dei suoi più grandi imprenditori. Assistito dai famigliari nella sua casa di via Monte Grappa a Vidor, lo storico mobiliere è spirato ieri mattina dopo una lunga lotta contro un male incurabile. Titolare e fondatore assieme al fratello Mario del Gruppo Spagnol, che oggi conta nove aziende del settore del mobile, era proprietario anche dell’Hotel Diana di Valdobbiadene, dell’Albergo Miravalle a Pianezze e del centro commerciale Intergros a Vidor. Le fabbriche del Gruppo resteranno chiuse in segno di lutto fino a mercoledì compreso, giorno dei funerali, in programma alle 16 nella chiesa parrocchiale di Vidor. Messaggi di cordoglio ai figli Stefano e Sandro, e alla moglie Luigina, stanno arrivando in queste ore dalle istituzioni e dagli altri imprenditori del distretto del mobile.

Nato a Mosnigo di Moriago il 22 luglio 1936, Antonio “Toni” Spagnol è stato il classico esempio di imprenditore che si è fatto da sé: inizia come falegname, arriva ad essere il capo di un impero del mobile la cui azienda principale, la Mobil spa Arredamenti a Mosnigo, si estende su un’area di 45 mila metri quadrati e dà lavoro a oltre duecento persone. Nata nel 1968 come falegnameria, la Mobil Spa è solo una delle realtà del Gruppo, che abbraccia la produzione di cucine, salotti, soggiorni, camere, complementi d’arredo e mobili per ufficio. Un Gruppo creato in sinergia con il fratello. Prima di tutto questo, il sacrificio di un’esperienza in Svizzera da emigrante.

E ancora, le scommesse vinte nel campo alberghiero e agricolo, cercando sempre di diversificare le varie attività in cui era impegnato. Negli ultimi tempi, infatti, si era dedicato anche alla produzione di Prosecco di Valdobbiadene. Lo ricorda così il figlio Stefano, con il fratello Sandro: «Ha combattuto con coraggio, è rimasto lucido fino alla fine. Lo ricorderò come una persona decisa, che ha fatto tanto anche per il territorio in cui viveva. Era un uomo buono, viveva con l’idea di fare del bene a tutti. Ci è riuscito attraverso grossi sacrifici». Negli ultimi tempi, i più difficili, ha voluto la famiglia accanto a sé: oltre alla moglie e ai figli, le nuore Anna e Vania, e le nipotine Gaia e Sara.

«Tutti lo abbiamo assistito» spiega ancora Stefano «ma un ringraziamento speciale va fatto al Siad di Montebelluna, Servizio di Assistenza Domiciliare, e in particolare alla dottoressa Maria Grazia Ruggeri. Grazie anche al nostro medico di base, Claudio Dall’Acqua». Il Rosario sarà celebrato stasera alle 20, nella parrocchiale di Vidor.

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