Addio a Ometto, pioniere dei “mobii veci giustai”

PREGANZIOL. Dici Ometto e nella Marca è sinonimo di arredamento. Mercoledì al Ca' Foncello, consumato da una malattia che lo aveva aggredito cinque anni fa, si è spento Ottavio Ometto. Aveva 86 anni, era il patriarca dello showroom di mobili sul Terraglio a San Trovaso e del laboratorio a Le Grazie dei "Mobii veci giustai", un'insegna che è diventata una icona.
Con Ometto se ne va un imprenditore della prima ora, che aveva saputo costruire la sua fortuna attraverso il lavoro e la fatica. Originario del Padovano (Vigodarzere), ottavo di dodici fratelli (di qui il nome Ottavio), a dieci anni iniziò a lavorare per aiutare la famiglia. Nei primi anni Quaranta, Ometto arrivò a Preganziol: da qui partiva per vendere piatti e stoviglie in ceramica, girando con il calesse. Nel 1955 a Padova ideò e avviò l'embrione dell'attività che poi sarebbe sbocciata a Preganziol nel 1961. In quell'anno, Ottavio Ometto aprì assieme al negozio una fabbrica di divani che fino al 1976 diede lavoro a una trentina di operai. Erano gli anni del boom del design "made in Italy" ed "Ometto Arredamenti" si specializzò nella progettazione d'interni e in tutto ciò che è necessario per far "vivere" e rendere funzionale una casa.

Nel 1981, Ottavio decise di lasciare agli eredi l'avviata attività lungo il Terraglio, per moltissimi diventata anche un riferimento di tipo “geografico” lungo la statale fra Treviso e Venezia. Mentre lo showroom di San Trovaso, collaborando con le maggiori firme dell'arredamento d'interni, si è evoluto e negli anni aggiornato alle richieste del mercato fino ad arrivare alla domotica, per sé Ottavio si era ritagliato una vera e propria oasi felice sotto l'insegna "Mobii veci giustai": un laboratorio-negozio di fianco a casa, a Le Grazie, specializzato nel restauro e nella commercializzazione di mobili antichi, la grande passione dell'imprenditore. Faceva anche duecento chilometri per cercare il pezzo giusto. Era particolarmente attratto dall'arredamento per le chiese: confessionali, inginocchiatoi, crocifissi.
Finché la malattia glielo aveva permesso, Ottavio era presente in negozio, ora portato avanti dalla moglie Carmela Piazza. «Mio padre era una persona che ha saputo guardare avanti, si è fatto da solo, capendo dove c'era possibilità di lavorare e crescere», lo ricorda commosso il figlio Diego, oggi al timone di "Ometto Arredamenti", «Ha amato i mobili antichi quando ancora non erano di moda. Era espansivo, aveva amici dappertutto, era immediato».
Lo piangono, oltre alla moglie, i figli Diego e Simone, i nipoti, i parenti e i clienti di oltre cinquant'anni di storia. L'ultimo saluto all'imprenditore è fissato per domani alle 15.30 a San Trovaso.
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