Addio a Nino Sacconi, partigiano azionista

Una vita in banca, alla Cattolica. E in precedenza, la lotta partigiana nella zona del Piave, seguita dopo la guerra dall’ attivismo negli azionisti di Parri. L’altra notte è spirato Antonio Sacconi, detto Nino: aveva 95 anni. «In punta di piedi come è vissuto», sottolinea il figlio Maurizio, senatore e capogruppo di Ap, già ministro e sottosegretario.
Era nato a Vazzola, Nino. E nella zona del Piave aveva combattuto nella Resistenza, entrando in contatto con gli uomini del Partito d’Azione, che avevano leader Ferruccio Parri, primo presidente del Consiglio dell’italia liberata. Nome di battaglia Maurizio: il nome che Antonio scelse per il figlio, nato nel 1950 a Conegliano. «Confidava che questa impronta mi avrebbe sollecitato a quell'impegno pubblico cui egli aveva rinunciato con la fine prematura del suo partito e con la necessità di provvedere alla famiglia», ricorda commosso l’ex ministro. Il partito d’Azione finì stritolato nella tenaglia Dc-Pci. «Non abbiamo parlato molto per davvero ma, senza che me lo abbia mai chiesto, ho fatto io la vita che avrebbe voluto fare lui. È proprio vero, l'assenza può essere presenza: grazie papà», conclude il figlio.
Nino Sacconi entrò dopo la guerra alla Cattolica del Veneto, dove fu direttore di filiale (a Breda di Piave) e successivamente ispettore. Un uomo ben voluto da tutti, un gentiluomo.
Lascia la moglie Alina Maschio, il figlio Maurizio, la nuora Enrica, il nipote Federico, la sorella Annamaria. Domani alle 14,30 i funerali, a Sant’Andrea in Riva in città. Di fronte alla Riviera dove abitava.
La famiglia ringrazia l’Usl 2 Trevigiana e gli ospedali Ca’ Foncello e San Camillo, per le cure e l’assistenza.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso