Addio a Mario Vigiak: grafico, editore e uomo di cultura

CONEGLIANO. Si è spento domenica il grafico, editore e scrittore Mario Vigiak. Era nato a Zara nel 1937. Molto noto nel mondo dell'illustrazione, nel 1970 a Conegliano aveva fondato lo studio...

CONEGLIANO. Si è spento domenica il grafico, editore e scrittore Mario Vigiak. Era nato a Zara nel 1937. Molto noto nel mondo dell'illustrazione, nel 1970 a Conegliano aveva fondato lo studio Quadragono. Inizialmente era un’agenzia di pubblicità, ma presto diventò un laboratorio di innovazioni grafiche cui contribuirono Pino Usicco e Rino Maturi (primi soci di Vigiak) e, negli anni sucessivi, Paolo Renier, Gianvittorio Plazzogna, Agostino Toscana, Beppe Mora, Francesco Moretti e l'art director Marino Benedetti. Proprio in quel periodo, Vigiak entrò in contatto con il critico Ennio Ghiggio che gli fece scoprire il mondo del fumetto e le capacità dei suoi realizzatori. Così, nel 1971, egli decise di coinvolgere disegnatori italiani e stranieri - Pratt, Battaglia, Toppi, Cohen, Moebius, Druillet, JiJi, Siò - nella realizzazione di un calendario sui segni zodiacali. A questo punto il passo verso un impegno continuativo nel settore editoriale diventò obbligatorio. Dal 1974 e fino agli Anni Ottanta con il marchio "Quadragono libri", pubblicò trentasei volumi illustrati da prestigiosi autori italiani e stranieri e le prime due rassegne di illustratori mai pubblicate in Italia. Negli Anni '70 inoltre aprì la galleria Quadragono Arte, presentando decine di mostre. Dal 1981 si era dedicato a tempo pieno alla comunicazione. Tra il 1983 e il 2000 ha curato sei Omnibook, rassegne di art directors, graphic e product designers, illustratori e fotografi italiani. Originario di Zara, era stato testimone delle vicende del territorio della Dalmazia e dell'esodo nella Seconda Guerra Mondiale, raccontati nel suo libro "Gente di Dalmazia: tra cronaca e storia". In quel volume aveva raccolto le storie della sua famiglia dal 1800 e delle vicissitudini durante le due guerre mondiali. Mario Vigiak da bambino rimase orfano e perse il padre disperso in guerra. «Qualche anno fa - spiegava Vigiak - un compagno d'armi mi ha incitato a ricostruire la vicenda bellica di mio padre, rimasto disperso nell'aprile del 1945. Una storia con la quale, prima o poi, dovevo fare i conti». Un imprenditore di vastissima cultura, a cui Oreste del Buono, sul Corriere della sera del 19 febbraio 1980, assegnò il titolo di vero "apostolo dell'immagine".(di.b.)

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