Addio a don Bruno Fava l’ultimo degli esorcisti

VITTORIO VENETO. È stato per 26 anni arciprete della Cattedrale, la principale parrocchia della diocesi. È stato pescatore nei laghi di Revine, dove si esercitò anche come nuotatore. Per lungo tempo, soprattutto, ha svolto il ruolo di esorcista, il prete che libera le persone dal demonio, ed era l’unico e ultimo esorcista della Diocesi. Parliamo di monsignor Bruno Fava, morto l'altra notte alla casa di riposo Immacolata di Lourdes di Conegliano. Nato nel 1924 a Lago di Revine, ordinato nel 1947, è stato a Ceneda dal 1978 al 2004. Dopo il ritiro ha continuato a collaborare con i parroci della Cattedrale. Nella sua casa a Ceneda, monsignor Fava ha trattato il possesso satanico delle persone, l'unico esorcista riconosciuto in diocesi, da vescovo. Aveva spiegato: «Sono soprattutto persone depresse e in crisi, che non trovano risposte dalla medicina. In una decina d'anni sono state almeno un centinaio. Di queste solo quattro avevano davvero bisogno di un esorcismo. Parlando con loro, mi ero accorto che la loro depressione non dipendeva dalla malattia ma da un intervento diretto del demonio». Il monsignore aveva raccontato che tre donne erano state liberate, un 35enne continuava invece ad essere posseduto. «Viene da me tre volte la settimana perché non vede l'ora di guarire. Viene disturbato dal diavolo persino durante il lavoro - aveva detto don Bruno - si è rivolto a molti medici ma tutti gli hanno detto che non sapevano cosa fare e così è arrivato qui». Fino a quando la malattia gli ha permesso di leggere i giornali, don Bruno sfogliava ogni giorno la Gazzetta dello sport. Era un appassionato sportivo, di ciclismo ma anche di altre discipline, il nuoto in particolare. Da piccolo usciva in barca la sera, nei laghi di Revine, col padre a stendere ami e reti e di nuovo al mattino presto per raccogliere il pescato, 8 o 15 chili al giorno, costituito per lo più da tinche, carpe e scardole, che i suoi vendevano quotidianamente ad una pescivendola del paese. Da prete ha diffuso la pratica sportiva come strumento educativo. Per lunghi anni è stato tra gli organizzatori del "Circuito dell'Assunta" di Ceneda, la gara ciclistica di Ferragosto che lui stesso promosse. Nell'estate 1944 il giovane Fava venne rastrellato assieme ad altri coetanei di Lago dalle Brigate Nere e dagli Alpini della "Monterosa", con destinazione i lontani campi di lavoro della Germania. Ma l'allora studente di Teologia, in visita ai genitori al suo paese, venne fatto scaricare dal camion per l'energico intervento del parroco di Lago don Antonio, che riuscì a dimostrare il suo status di seminarista. A Vittorio Veneto è ricordato come il prete della misericordia. La Liturgia esequiale, presieduta dal vescovo Pizziolo, sarà celebrata nella Cattedrale domani alle 10.
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