Addio a Checco l’artista “maledetto” diventato barbone

Nardi si è spento a 60 anni in ospedale dove lo avevano fatto ricoverare gli amici: viveva da solo a Follina, tra alcol e fumo
Di Andrea De Polo

FOLLINA. Choc nel mondo della cultura. Nella notte tra martedì e mercoledì si è spento Francesco Nardi, l’artista “maledetto” di Follina, stroncato da una broncopolmonite a sessant’anni. Da una settimana era ricoverato all’ospedale di Conegliano, dove lo avevano accompagnato i suoi amici dopo averlo trovato in condizioni assai precarie nella sua casa di via Cimitero. Mentre il 6 gennaio, a Parigi, chiudeva la mostra “Banditi dell’Arte”, dove erano esposte numerose sue opere, lui viveva in condizioni di indigenza assistito dai servizi sociali. Circondato da alcol e sigarette, dentro la casa in cui era sempre vissuto, i suoi amici più fedeli l’avevano trovato in stato di inanizione. A portarlo in ospedale, martedì 8 gennaio, ci hanno pensato il sindaco di Follina, Renzo Tonin, e, tra gli altri, gli inseparabili Giovanni Da Broi, fotografo, ed Eleonora D’Avanzo, amica e musa ispiratrice.

Francesco Nardi era nato a Follina nel 1952. Studiò a Riccione e poi tornò a casa per lavorare al Lanificio follinese. Due anni in marina, poi il liceo artistico di Treviso, dove si diplomò nel 1983. Fu l’inizio di una carriera sfolgorante, alla quale Nardi dedicò la sua intera esistenza. Dipingeva su tutto: muri, mobili, porte e finestre erano vergati dai suoi graffiti. Il Comune gli dedicò di recente una mostra, “Sensibili a Follina”, ma le sue opere raggiunsero i grandi palcoscenici dell’arte, a Milano come a Berlino. Un successo è stata l’ultima esposizione di Parigi, dove Nardi ebbe l’onore di comparire sulla copertina del catalogo. Conosciuto all’estero, ma poco valorizzato in patria.

Oggi lo piange Eleonora, la sua musa: «Se ne va un grande artista. Ultimamente non stava bene, ma continuava a tenere un diario orale. C’è un archivio di 500 cassette nelle quali registrava i suoi pensieri, una sorta di psicoterapia su se stesso. Siamo scioccati, se ne va un grandissimo dell’arte, un artista polivalente. Ha scritto anche poesie».

Uno choc, per gli amici, averlo trovato in quelle condizioni quel maledetto martedì. Pare soffrisse di broncopolmonite cronica, dovuta al tabagismo. Un calvario, la settimana trascorsa in ospedale: prima il ricovero in Medicina, poi il trasloco in Psichiatria, quindi in Rianimazione. Lo ricorda con affetto la sorella Raffaella: «È stato curato con attenzione dal personale medico e infermieristico. Lo abbiamo assistito amorevolmente fino all’imprevisto e tragico epilogo. Lo celerò nel profondo del mio cuore con pensieri che non possono essere espressi con le parole. Lui si sentiva un artista, le sue opere lo appagheranno dell’intensità che vi ha profuso nell’esprimere se stesso. Ringrazio a nome mio, dei miei fratelli e delle nostre famiglie il sindaco, i servizi sociali, gli amici e chi gli è stato vicino e lo ha incoraggiato in questa impresa».

La morte di Nardi lascia un grande vuoto nel Quartier del Piave. I funerali sono in programma venerdì alle 15, all’abbazia di Follina. Stasera, alle 19.15 sempre in abbazia, verra recitato il rosario.

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